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Laura Calosso - Studio di Psicologia Creativa

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psicologo a Torino

Stress lavoro-correlato

16 Ottobre 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Stress lavoro-correlato

“Non ce la faccio più.
mi sveglio al mattino e spesso mi capita di rigettare.
La sola idea di dover tornare sul posto di lavoro domattina mi fa già stare male”

Così esordiva Ilaria (così la chiameremo per rispetto alla sua privacy).

Ilaria lavora per una grande azienda, dove detiene un ruolo importante.
Ciò nonostante si sente totalmente sommersa dal lavoro, che suscita in lei sintomi psicofisici di stress ed emozioni contrastanti, lasciando poco spazio alla propria vita privata.

Ilaria ha sempre avuto passione per il proprio mestiere, ma l’aumento della mole di lavoro e il cambiamento degli equilibri interni all’azienda hanno fatto emergere in lei un meccanismo già presente sullo sfondo dei suoi vissuti: la paura del giudizio.

Nella medicina del lavoro lo stress lavoro-correlato può essere definito come la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste dell’ambiente lavorativo eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste, portando inevitabilmente nel medio e lungo termine ad un vasto spettro di sintomi o disturbi che vanno dal mal di testa, ai disturbi gastrointestinali e/o patologie del sistema nervoso (quali disturbi del sonno, sindrome da fatica cronica ecc…) fino a casi di burn-out o collasso nervoso.

Il timore di essere reputata incapace di gestire la complessa situazione lavorativa, di cui si sente molto responsabile, ha fatto crescere in Ilaria l’ansia da prestazione:

“rispondo alle email a tutte le ore del giorno e della notte (weekend incluso),
sono spesso nervosa e insofferente e nonostante l’impegno che ci metto sembra che il mio lavoro non sia mai abbastanza. Quando torno a casa dalla mia famiglia non sono più come prima e me ne dispiaccio.
mi sento sommersa”

La storia di Ilaria mostra come una situazione particolarmente stressante sul lavoro possa alterare gli equilibri emotivi, fisici e relazionali delle persone.

Esistono storie di vita molto diverse, che parlano tutte dello stesso fenomeno: lo stress correlato al lavoro. Alcune volte la situazione emerge da dinamiche di potere sul posto di lavoro che mettono a dura prova la resilienza delle persone, altre volte da momenti di vita particolarmente stressanti.

In queste e in altre condizioni è importante fermarsi un momento
per fare un passo indietro e osservare la situazione dall’esterno.

Sì, ok, la situazione non sarà delle migliori e molte volte non passiamo fare nulla per cambiare la realtà del nostro posto di lavoro.

Ciò che possiamo fare, è cambiare la nostra prospettiva ed essere più consapevoli.

Potrà sembrarti banale, ma cambiando prospettiva potrai accorgerti di molte cose che nella quotidianità “dai per scontate” e sulla quale puoi ancora agire. Molte volte arriviamo ad accumulare una gran dose di stress e rabbia, senza accorgerci come ci siamo arrivati.

Come uscirne? imparando a essere più consapevoli. Facile a dirsi…

…dirai: “beh, la fai semplice così”

Sì, hai ragione: le situazioni che viviamo sono spesso complicate e non è sempre possibile risolvere tutto con la consapevolezza, ma possiamo utilizzarla per farlo.

Di cosa sto parlando?

Di un concetto teoricamente facile, ma più complesso nella pratica.
Per esempio, ti chiedo, mentre stai leggendo queste righe…

sei comodo in questo momento?

Molti di noi passano l’intera giornata seduti sul posto di lavoro con i muscoli tesi e contratti, tanto che la sera ne risentono fisicamente.

Se ti sei appena accorto di non esserlo…

…prenditi un minuto per cambiare posizione, fare un respiro profondo e tornare a leggere.

Come stai adesso?

Esercitare consapevolezza significa questo: ascoltarsi, osservare le proprie percezioni sensoriali, emozioni e pensieri senza esserne silenziosamente travolti.

A cosa serve l’osservazione?

Per smettere di cadere nel “tranello mentale” di identificarci con un solo aspetto di noi o con un nostro pensiero, ad esempio:

“non riesco a fare questa cosa”
diventa troppo spesso
“sono un’incapace”

La verità è che, spesso, siamo noi i primi a giudicarci e a pretendere troppo da noi stessi. Potrai convenire con me che le situazioni sono complesse ma noi non ci accorgiamo di renderle ancora più complicate…

…ma se porterai questa attenzione nella tua vita, potrai davvero trarne un beneficio.
Qualsiasi sia la tua situazione in questo momento, da un punto di vista lavorativo o personale, migliorando la tua capacità di ascoltarti, potrai migliorare il tuo stato di benessere, a partire da te.

Una pratica di consapevolezza

Per questa ragione, alcune delle più grandi aziende al mondo hanno iniziato a investire nel benessere dei propri dipendenti, facendo loro seguire corsi di Mindfulness e notando un reale miglioramento nella prestazione lavorativa delle persone.

La Mindfulness, oltre a essere un metodo efficace (provato ormai da più di 5000 ricerche scientifiche), può diventare un vero e proprio stile di vita.

Vivere con consapevolezza può permetterti di affrontare le sfide che la vita ti riserva e renderti davvero capace di gestire stress, ansia e tensioni sul lavoro e nella vita.

Così è stato anche per me. Anche per questo ho deciso di formarmi per condividerlo con gli altri.

Se ti senti sommerso dal tuo lavoro, contattami. Insieme troveremo il modo di trasformare questo malessere in una reale occasione di crescita.

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Filed Under: Disturbi Psicologici Tagged With: Ansia, azienda, consapevolezza, Corso di Mindfulness, esercizi di consapevolezza, lavoro, Mindfulness, psicologo a Genova, psicologo a Torino, sintomi psicosomatici, Stress, stress lavoro-correlato, stress sul lavoro

Lasciare andare ansia e stress

25 Luglio 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Lasciare andare ansia e stress

Vivere il presente liberi dalla pre-occupazione

Preoccuparsi non toglie mai al domani la sua pena,
ma toglie all’oggi la sua forza

A. J. Cronin

La parola ansia deriva dal greco e significa rottura interna o divisione che provoca distrazione. Essa indica la presenza di una battaglia interiore, uno stato d’animo che divide e tormenta.
Ansia significa anche pre-occuparsi, ossia occuparsi prima che qualcosa accada, essere vittima delle nostre aspettative, di uno stato d’animo che toglie valore e forza al presente e impedisce di viverlo in tutte le sue sfumature.

L’ansia e la reazione di stress

L’ansia è un fenomeno complesso e universale di cui tutti facciamo esperienza e svolge una importante funzione adattiva.
Quando ci troviamo di fronte ad una minaccia fisica o psicologica, il nostro organismo mette in funzione una reazione di allarme che ci prepara a combattere o a fuggire: si attivano, quindi, tutte quelle funzioni neurovegetative come l’aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, sudorazione, tensione muscolare e un conseguente maggiore afflusso di sangue ai muscoli. Improvvisamente diventiamo molto svegli e attenti, le percezioni sensoriali si acuiscono, il sistema digestivo si arresta. Viene inoltre stimolata la ghiandola pituitaria che è responsabile della secrezione di altri ormoni della corteccia surrenale; ci troviamo di fronte ad una reazione di stress, funzionale alla nostra sopravvivenza.

Il problema sorge quando non siamo in grado di servirci in modo costruttivo e adattivo di questi meccanismi. La sovreccitazione dovuta alla reazione allo stress può diventare uno stile di vita, una reazione abituale ad una situazione stressante.
Non è raro, infatti, che molti individui si sentano costantemente tesi, soffrano di aritmie cardiache e siano vittime di tensioni croniche che coinvolgono i muscoli delle spalle, la mandibola, la faccia.
Lo stress potrebbe diventare cronico e portare a gravi conseguenze per la nostra salute fisica e psicologica.

Cosa fare

Il primo passo è l’accettazione di ciò che stiamo vivendo, che non significa rinuncia passiva al cambiamento ma esplorazione e conoscenza dei propri limiti.
L’unico problema con le emozioni meno piacevoli come l’ansia, la paura e la tristezza è che vuoi sbarazzartene, senza comprendere che sono benedizioni sotto mentite spoglie, indice della presenza di qualcosa che non va e che sarebbe bene cambiare.

Sei spesso ansioso o stressato?

Non riesci a lasciare andare pensieri ansiosi o stressanti?
Il tuo corpo ti invia segnali d’allarme che non riesci a controllare?
Imparando a conoscere e gestire le tue emozioni nel corpo, anche attraverso esercizi mirati, potrai diventare alleato dell’ansia, senza che ti impedisca di vivere serenamente!

Lao Tzu, fondatore del Taoismo diceva: se vuoi liberarti di qualcosa devi prima lasciare che si espanda. Così, se vuoi liberarti dall’ansia, devi lasciare che prosperi dentro di te, senza combatterla, senza fuggire da essa, basta prenderne consapevolezza. Solo allora inizia la trasformazione.

Ecco alcuni metodi per gestire le emozioni nel corpo

Il segreto per convivere con stress e ansia risiede nella pazienza e nel coltivare la presenza mentale. Ecco alcuni punti importanti per iniziare a coltivare uno stato d’animo positivo anche nei momenti d’ansia e stress:

1. Respira

Se la nostra vita è troppo frenetica possiamo comunque ricordarci di respirare profondamente portando la nostra attenzione all’addome, immaginando di gonfiarlo come un palloncino. In questo modo praticheremo una respirazione più completa che svolgerà una funzione rilassante e distensiva. Più avanti troverai la traccia di un esercizio di respirazione. Puoi eseguirlo da seduto ma se preferisci anche da sdraiato.

Se non hai mai fatto questo genere di esercizi può aiutarti ripetere mentalmente una frase come “Inspiro calma ed espiro tutti i pensieri”.

Trova il tempo di allenare la respirazione diaframmatica, i benefici sono innumerevoli:

– maggiore equilibrio emotivo

– maggiore ossigenazione del cervello e rallentamento del battito cardiaco

– migliore gestione di stress e ansia

– maggiore consapevolezza posturale

– miglioramento delle relazioni interpersonali

– più sicurezza e lucidità nel prendere decisioni

– aumento del flusso di energia vitale

2. Presta la più completa attenzione a ciò che stai facendo

Lasciamo che le semplici attività quotidiane diventino una sorta di meditazione, svolgiamole con totalità, come fossero la cosa più importante da fare in quel momento, perché in effetti è così, non vi è nulla di più importante e reale del presente.

Cerchiamo di fare solo una cosa alla volta. Impariamo a prestare la massima attenzione a ciò che accade momento dopo momento, lasciando che sia così com’è, vivendolo in tutta la sua interezza.

Cerchiamo di far nostro un semplice esercizio: ogni volta che ci rendiamo conto che la nostra mente è altrove rispetto a ciò che stiamo facendo, richiamiamoci al presente e congratuliamoci con noi stessi per essercene accorti.

3. Trova del tempo per te

Se la tua vita ultimamente si è ridotta alla soddisfazione dei bisogni primari tuoi, e magari anche della tua famiglia, dedica del momento interamente a te. Potresti avere una passione rimasta nel cassetto alla quale ti piacerebbe dedicare più energie. Ecco, potresti iniziare proprio da quella per coltivare dei momenti di qualità insieme a te stesso. Se pensi che la buona volontà non basti, inizia a scrivere il tuo nome in agenda, programmando questi momenti. Vedrai, sarà rivoluzionario!

4. Non giudicarti

Continuare a darti addosso con pensieri negativi non ti servirà a nulla. Piuttosto quando ti accorgi che stai nuovamente “cadendo” in un circolo vizioso di pensieri stressanti, congratulati con te stesso per essertene accorto e riporta l’attenzione su ciò che stavi facendo. Le parole che ci diciamo sono importanti, il nostro corpo le assorbe come una spugna e il rischio è quello di sviluppare disturbi psicosomatici (cefalee, gastriti ecc…) .

5. Utilizza le tue stesse parole per rilassarti

In qualsiasi momento della tua giornata puoi provare a ripeterti mentalmente alcune frasi che non contengano negazioni (è stato provato che il nostro cervello non le “legge”), che siano al presente e che contengano l’affermazione di ciò che desideri. Ad esempio puoi ripeterti “io sono rilassato” fintanto che non riesci a percepire questa sensazione nel corpo (ad esempio percependoti più tranquillo di quando hai iniziato).

6. Ascolta il tuo corpo

Imparare ad ascoltare le sensazioni che accompagnano un gesto spontaneo e naturale come il respiro, apre un canale di comunicazione profonda con i movimenti di vita essenziali del tuo corpo.

Quando siamo in autobus, quando facciamo una passeggiata prestiamo attenzione alle nostre sensazioni corporee, al respiro, ai suoni intorno a noi, alle piante dei piedi che toccano il suolo. Sembrano banali esercizi, ma se praticati con costanza hanno un grande potere trasformativo. Basta provare. Prendiamo coraggio.

Se fai attività sportiva o palestra, la prossima volta prova a restare in ascolto delle sensazioni fisiche che provi durante l’esercizio fisico. Nota come cambia l’esperienza portando l’attenzione ad esempio esclusivamente ai tuoi piedi o alle tue mani.

Puoi provare inizialmente da seduto portando le  mani posate sulle gambe e restando in ascolto delle sensazioni di contatto tra le mani e le gambe (temperatura, contatto ed eventuali formicolii o vibrazioni)

7. Apprendi una pratica meditativa o di rilassamento

Esistono pratiche come la meditazione mindfulness, esercizi di rilassamento mirati come il training autogeno e più in generale tutte le esperienze che aiutano a sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva e corporea, costituiscono un rimedio naturale per la gestione delle emozioni più faticose. Tutte queste pratiche hanno in comune l’attenzione al nostro respiro.

Perché la respirazione è così importante?

Se prestassimo attenzione al respiro, lo sentiremmo parlare di noi. Esso rispecchia in modo fedele il nostro modo di vivere, momento per momento, situazione per situazione. Lento e profondo quando siamo più tranquilli, interrotto quando abbiamo paura, fermo nella zona dei polmoni quando siamo in tensione.

Il pensiero indiano lo ha denominato Prana, che significa forza, energia, vita.
Ponendo attenzione al modo in cui respiriamo e facendo esperienza di un respiro diaframmatico regolare, possiamo notare un immediato cambiamento nello stato d’animo attuale.

Il modo in cui respiriamo, infatti, rivela il nostro stato d’animo. Il tono, il volume della voce, la velocità dei suoni che emettiamo sono in stretta relazione con il movimento respiratorio. Si tratta di un segnale di comunicazione e linguaggio non verbale molto eloquente.

Hai una vita frenetica?
La respirazione tende ad essere più superficiale

Purtroppo, il ritmo frenetico della vita odierna rende la nostra respirazione superficiale: ciò significa minor quantità di ossigeno che arriva alle cellule del corpo, che si traduce in minor energia e motivazione. Situazioni di particolare tensione, stress, rabbia, o simili, ci portano a trattenere il respiro e renderlo più faticoso.

Una respirazione profonda e regolare, al contrario, permette di ottenere una maggiore concentrazione, allevia lo stress e favorisce il rilassamento. Stati d’animo come la gioia e la serenità rendono la respirazione più profonda e rilassata, lasciando entrare un maggior quantitativo di ossigeno. Per questo motivo esperienze piacevoli e appaganti migliorano la qualità del nostro respiro, traducendosi in occasioni di salute e benessere.

Esercitarsi ad un respiro completo – diaframmatico

Come comportarsi quando le occasioni per rilassarsi troppo spesso sono sostituite da continui pensieri e preoccupazioni quotidiane?  Tutto ciò che bisogna fare per aiutare il nostro corpo è privilegiare una respirazione diaframmatica e consapevole. Il ruolo del diaframma come muscolo principale nel processo respiratorio è sottovalutata, spesso si respira in modo superficiale col torace, coinvolgendo i muscoli intercostali e sternocleidomastoidei, provocando a lungo termine tensioni cervicali.

Un gesto spontaneo ed invisibile, come il respiro, può avere molti effetti visibili.

Tradotto in altre parole, essere consapevoli della qualità del nostro respiro è un piccolo grande passo verso la gestione delle nostre emozioni. ci aiuta a comprendere in modo più profondo la nostra vita emotiva, senza tentare invano di controllarla o ignorarla. Producendo un ritmo e una qualità del respiro più lenta e profonda ci diamo il tempo di ascoltarci, di connettere stati d’animo e pensieri, e di riordinare idee ed emozioni.

Un breve esercizio per te

Possiamo cominciare da subito.. ma prima di iniziare una breve premessa :

  • Predisponi un luogo tranquillo e accogliente dove sarai certo di non essere interrotto, attiva la modalità silenziosa del cellulare e riduci al minimo la possibilità di essere disturbato da stimoli esterni.
  • Se incontrerai difficoltà durante l’esercizio ricorda che non è una performance, quindi non ti giudicare. 
  • Se inizi a lasciarti trascinare dai pensieri come “..dovevo rispondere a quella e-mail” o “dopo dovrò andare a..e poi chissà se troverò..”, è più che normale. Non siamo abituati a interrompere il flusso continuo di pensieri e, talvolta, può rivelarsi una reale difficoltà. Ricordiamoci che è anche per questo che stiamo facendo questo esercizio.
    Quando ti capiterà di accorgerti di esserti “perso” in un pensiero, congratulati con te stesso per essertene accorto e riporta la concentrazione sul tuo respiro. Se ti verrà da sbadigliare o sentirai gorgoglii alla pancia, non temere, anche questo è molto comune, tu torna sempre al respiro. L’esercizio può durare quanto vuoi, vi consiglio dai 3 ai 15 minuti. 
  • Attraverso il Respiro Consapevole diventiamo attenti e assaporiamo ciò che la nostra mente vive momento dopo momento. Essere consapevoli del respiro ci aiuta a comprendere in modo più profondo la nostra vita emotiva e a gestire le emozioni, senza tentare invano di controllarle o ignorarle, producendo un ritmo e una qualità del respiro più lenta e profonda.

Esegui questo esercizio una o due volte al giorno, potrà fare già molto:

Meditazione seduta sul respiro

Ok, iniziamo con un esercizio pratico di respiro !

Adesso siediti mantenendo la schiena dritta ma non rigida, cercando di rilassare le spalle, il collo e le braccia. I piedi sono entrambi ben radicati al terreno e le mani poggiano su di esse, con i palmi rivolti verso le nostre gambe.
Quando ti senti pronto chiudi gli occhi.
Concentrati sul flusso del tuo respiro, sull’aria che entra e che esce dal tuo corpo.

Inizia con 3 respiri profondi. 

Ogni volta che inspiri osserva la sensazione procurata dall’aria che entra dalle tue narici, passa attraverso la gola riempendo i tuoi polmoni, gonfia il diaframma e fluisce attraverso tutto il tuo corpo, diffondendosi in ogni parte e permettendone il funzionamento.

Ora, con delicatezza, poni una mano sull’addome, ti aiuterà a concentrarti sul movimento del respiro, sentirai il diaframma espandersi ad ogni inspirazione e ritirarsi quando espiri. Fai qualche respiro in questa posizione osservando le sensazioni di contatto delle tue mani con l’addome. Senti caldo? Provi qualche emozione in particolare? Se dovesse accadere metti da parte i “perché?” e riporta gentilmente l’attenzione sul respiro. Resta semplicemente curioso delle tue sensazioni.

Adesso, torna alla posizione iniziale e continua ad inspirare, sempre senza forzare il respiro. Cerca il più possibile di non controllarlo. Il tuo corpo sa perfettamente come fare.

Se nel frattempo se ti sei lasciato distrarre da un pensiero, non scoraggiarti, succede.
Immagina i pensieri come nuvole nel cielo, noi siamo il cielo, i pensieri le nuvole. Osservali, fanno parte della tua esperienza presente ma non trattenerli, immagina di soffiarli via attraverso l’espirazione. Sarà anche un pensiero utile, ma in questo momento non ti serve, lascialo andare.
Approfittane per alleggerirti e lasciarti andare ancora di più alla forza di gravità.
In questo modo potrai sentire il tuo corpo pesante, ma al tempo stesso alleggerito.

Quando lo ritieni opportuno, apri delicatamente gli occhi e domandati come stai e se è cambiato qualcosa rispetto a prima.

Contattami per ulteriori informazioni

Contattami per prenotare il tuo primo appuntamento. Troveremo insieme le strategie più adatte a te per affrontare i momenti di stress, ansia e tensione che stai vivendo.

  • Scopri di più sulle pratiche più complete per lasciare andare ansia e stress:
    Training Autogeno e Meditazione Mindfulness.
  • Puoi partecipare a una lezione di prova per mettere fin da subito in pratica il tuo benessere con i corsi dedicati interamente a queste pratiche.

Se sei depresso stai vivendo nel passato,
se sei ansioso, stai vivendo nel futuro,
se sei in pace, stai vivendo nel presente

Lao Tzu

Bibliografia

Dennis Lewis (1999) Respirazione naturale Tecniche Nuove.
Kabat-Zinn, J., (1993) Vivere Momento per Momento; Tea Edizioni.
Kabat-Zinn, J., (2011). Dovunque tu vada ci sei già, in cammino verso la consapevolezza; Tea Edizioni.
Lao Tzu (a cura di Browne Walker B., 2009). Tao Te Ching; Oscar Mondadori

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Filed Under: Psicologia e Benessere Tagged With: Ansia, Ansia e Stress, attacchi di panico, Corso di Meditazione Mindfulness, Corso di Training Autogeno, depressione, Disturbi d'Ansia, esercizi antistress, esercizi di respirazione, Liberarsi dell'ansia e delle preoccupazioni, Meditazione, Mindfulness, Pratiche olistiche, Psicologia, psicologo a Genova, psicologo a Torino, Psicosomatica, respirazione diaframmatica, Star bene naturalmente, Stress, Vivere Momento per Momento

Lutto e separazione

20 Giugno 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Lutto e separazione

Storie di scatole e traslochi interiori

Nei momenti della nostra vita in cui facciamo l’esperienza di un grande cambiamento dato da un lutto o una separazione da partner, familiari o amici, viviamo una sorta di trasloco interiore.

Quando perdi una persona è come se tutto ciò che vi riguarda si riponesse in grandi scatole.
Riponi oggetti, memorie e pensieri che appartengono alla vostra storia, legata a un passato che in alcuni casi non c’è più, o si è trasformato nel tempo.
Alcune cose si perdono durante il trasporto e non le vedremo più, altre di cui non sapevamo nemmeno l’esistenza emergono dalle scatole e ci permettono di riflettere ancora una volta su di noi e sulle nostre relazioni.

Resta di fatto che, se per il dolore o la rabbia decidi di ignorare il contenuto di alcune di queste scatole, resteranno soltanto volumi ingombranti dentro di te.

Se anche tu hai vissuto o stai vivendo un lutto o una separazione importanti, sai bene che cosa significa vivere insieme all’assenza di qualcuno.

Il corpo del vuoto

tratto dal video della canzone Gravity (Coldplay)

Quando si parla di assenza, spesso si perde di vista il fatto che anch’essa abbia un corpo.
Il vuoto dato da qualcuno o qualcosa che non c’è più, crea uno spazio dentro di noi.
Una presenza ingombrante, invisibile ma piena di cose pesanti del quale talvolta è difficile liberarsi.

Si possono perdere persone, ma anche parti di sé: ad esempio tutti noi quando cresciamo rinunciamo in qualche misura alla nostra natura di bambini. D’altronde tutto cambia, con il passare del tempo, che questo ci piaccia o meno.

Nel percorso verso l’accettazione del cambiamento, lasciandoci abbattere dal peso della mancanza, possiamo arenarci in uno stagno di sconforto, colpa e rimuginio di pensieri come “non potrò mai più stare bene”.

Come superare il vuoto della mancanza:

1 – Non chiuderti in te stesso

I naturali sentimenti di disperazione e sofferenza che seguono una perdita hanno un valore e meritano di essere vissuti fino all’ultima lacrima. In questa prima fase è importante dare dignità al proprio stato d’animo, contando sul sostegno di persone care.
Quindi anche se l’unica cosa che desideri in questo momento è rimanere solo, chiuderti in te stesso non ti aiuterà a stare meglio. Al contrario alimenterà il senso di vuoto che ti porti dentro.
Permettiti oggi di vivere a pieno le tue emozioni, anche se negative, questo ti permetterà un domani di lasciarle andare. Se non ci permettiamo di esprimerle, tenderanno a rimanere bloccate dentro di noi, generando anche a distanza di anni sintomi psicosomatici del tutto inaspettati.

2- Vivi il presente

L’esperienza di perdere una persona, che si tratti di un lutto o di una separazione, è inevitabilmente dolorosa. È naturale che il pensiero vada a rivedere tutti i momenti passati insieme, ma più ti ci immergi e più sprofondi nel pantano della mancanza.
Nella tua quotidianità, prendi la buona abitudine di riportare l’attenzione al presente. Ad esempio con esercizi di focalizzazione sul respiro o semplicemente osservando con attenzione ciò che ti circonda nel tragitto che percorri tutte le mattine andando al lavoro o a scuola.

3- Non hai tempo? metti in agenda appuntamenti con te

Non rinunciare a del tempo di buona qualità con te stesso ti permette di coltivare il tuo benessere. Se hai tempo per rimuginare su ciò che è stato, sono certa che tu abbia anche tempo per fare qualcosa che ti appassioni o ti rilassi. Magari qualcosa che vuoi fare da tanto tempo ma al quale non hai ancora potuto dedicare le tue energie. E anche se ti viene da pensare “ormai è tardi per dedicarsi a questo” prendi spunto dalle parole di Confucio:

Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso.”

Quindi non rimproverarti, il secondo momento adatto per migliorare la tua vita è adesso.

4- Prenditi cura del tuo corpo

Dedicare del tempo all’attività fisica e alla cura del proprio corpo fa bene per mantenere un buon equilibrio globale. Potrebbe trattarsi di iscriversi a un corso di yoga ma anche ad andare a fare lunghe passeggiate per i sentieri in collina. L’importante è mettersi in moto e non trascurare anche il benessere del proprio corpo, soprattutto se sei costretto a trascorrere molto tempo seduto durante le tue giornate.

5- Non avere paura di chiedere aiuto

Se le hai già provate tutte per reagire senza aver ottenuto i risultati sperati, ti chiederai – “ritroverò la mia serenità? – “e se davvero decidessi di affidarmi a qualcuno, sarà in grado di aiutarmi?”.
Può capitare a tutti di cadere in questi momenti di confusione o solitudine, l’importante è rialzarsi con consapevolezza per riprendere la propria vita in mano.

Se senti il volume ingombrante di memorie e pensieri e senti la necessità di ritrovare quella leggerezza e serenità interiori che sembrano oggi così lontane, affidati a un professionista.

Senti la necessità di parlarne? Contattami per prendere appuntamento

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Filed Under: Psicologia e Benessere Tagged With: assenza, chiedere aiuto, consulenza psicologica, cura, depressione, il corpo del vuoto, lasciare andare, lutto, malinconia, mancanza, psicologo, psicologo a Genova, psicologo a Torino, separazione, solitudine, tristezza, vivere il presente, vuoto

Crisi e cambiamento

2 Dicembre 2017 by Laura Calosso Leave a Comment

Capita a tutti, almeno una volta nella vita, di fermarsi e rendersi conto di aver perso di vista lo scorrere del tempo tra le righe della quotidianità. Tic tac e ti risvegli oggi con la sensazione che qualcosa sia cambiato, mentre eri impegnato ad occuparti dei problemi di ogni giorno con il pilota automatico inserito. Di una cosa siamo certi: il cambiamento è inevitabile. Il problema sorge quando ti senti in una condizione in cui non ti ritrovi più, e questo spesso accade perché hai perso di vista e trascurato i tuoi reali bisogni e desideri.

Per questo è possibile sentirsi incastrati in abiti che non si riconoscono più come propri.

Chiediti di cos’hai veramente bisogno

Fermati un istante e chiediti cosa abbia davvero importanza per te, in questo momento della tua vita.

Stai facendo davvero quello che ti piace?
A cosa e a chi dedichi il tuo tempo?
Sei soddisfatto della tua quotidianità?

Le cose cambiano, e con esse, anche i nostri bisogni. Se in questo momento non riesci a individuare un bisogno specifico non preoccuparti, è del tutto normale: non siamo abituati a farlo in questo modo.

Sospendi il giudizio

Rispondendo a questa domanda prova a sospendere il giudizio. Siamo abituati a dare più valore alle riflessioni e ai pensieri intellettuali piuttosto che all’intuito, al sentire. Per questo ti invito a dare più fiducia alle tue emozioni, piuttosto che ragionando su ciò che potrebbe essere giusto o corretto da fare.
Tutto questo per spogliarci delle aspettative e dei bisogni degli altri su di noi, che spesso indossiamo senza rendercene conto.

Se stai bene con te stesso e con chi ti circonda, ma tuttavia senti il bisogno di migliorare un lato di te o della tua vita, che ti impedisce di vivere sereno, magari hai soltanto bisogno di chiarirti le idee e di abbassare il tuo livello di stress.
Se c’è qualcosa che ti impedisce di fare ciò di cui hai bisogno o di essere felice come vorresti, potresti non essere consapevole della tua condizione personale che ti fa sentire legato o imprigionato nella tua quotidianità.

Vivi il presente

Se le hai già provate tutte per reagire senza aver ottenuto i risultati sperati, ti chiederai – “Ritroverò la mia serenità? – “e se davvero decidessi di affidarmi a qualcuno, sarà in grado di aiutarmi?“.
Almeno una volta può capitare di cadere in momenti di confusione o solitudine, l’importante è rialzarsi con consapevolezza per riprendere la propria vita in mano.

Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso”
Confucio

Quindi se non lo hai ancora fatto, non rimproverarti, il secondo momento adatto per migliorare la tua vita è adesso.

Il cambiamento è inevitabile

Molte volte si è talmente concentrati su ciò che potrebbe accadere se si prendesse una decisione, da dimenticarsi cosa potrebbe succedere se non si facesse nulla per cambiare la propria condizione. Quanto potrebbe costarti non reagire? Forse sei già consapevole del fatto che qualcosa sia già cambiato nella tua vita senza il tuo intervento. Infatti, che tu decida di reagire o meno, le cose inevitabilmente cambieranno.

Cosa accadrà se non farai nulla?

Ti invito a prenderti un momento di riflessione per rispondere a queste domande:

  • Se non farai nulla per migliorare la tua condizione attuale, cosa potrà accadere nella tua vita?
  • Quanto ritieni possa influenzare i tuoi rapporti, nei confronti di chi ami (il tuo partner, la tua famiglia, gli amici) o delle persone con cui ti relazioni (conoscenti e colleghi)? Spesso tendiamo a dare per scontati questi rapporti, che rischiano di essere compromessi dal nostro atteggiamento o dai problemi che non risolviamo per paura di sbagliare o di perdere le persone che amiamo.
  • Questo incide sul tuo benessere psicofisico? Gli effetti dello stress cronico sono stati provati scientificamente.
  • Quanto incide sul tuo lavoro e sulla tua produttività, anche in termini economici?
  • Quante occasioni di realizzazione personale rischi di perdere se non interverrai?

Agisci ora

Se ritieni che perseverare nella tua condizione attuale possa avere elevati costi in termini di felicità, relazioni e soddisfazione lavorativa, ti invito a riflettere sulla possibilità di agire subito e provare una strada che non avevi mai contemplato prima d’ora:

Intraprendere un percorso personale dal valore trasformativo.

Non lasciarti vincere dalla paura.

Troppe volte non viviamo i nostri sogni perché stiamo vivendo le nostre paure.
Les Brown

Spesso è difficile accettare di aver bisogno dell’aiuto di qualcuno per uscire dall’empasse in cui ci troviamo, ed è comprensibile che la paura di fare qualunque movimento finisca per immobilizzarci. Talvolta, quando arriva la consapevolezza di aver aspettato troppo tempo, sopraggiungono la rabbia e la tristezza. È più che normale vivere un conflitto tra il desiderio di fare qualcosa per migliorare la propria condizione e la paura di cambiare la propria condizione e rischiare di “sbagliare”. Viviamo in una società in cui è sempre più difficile chiedere aiuto. Spesso tendiamo ad isolarci pensando che nessuno davvero possa aiutarci, ma è solo uscendo dall’isolamento che possiamo davvero prendere in mano la nostra vita, migliorandola per noi stessi e per le persone che amiamo.

Se ti ritrovi in ciò che sto dicendo non giudicarti, metti da parte la ricerca dei “perché” o dei “colpevoli”, non ti servirà.

Prendi atto dell’importanza di reagire oggi, senza rimandare ancora una volta a domani.

Lascia che te lo dica in tutta onestà: l’unica persona che davvero può farti vivere la vita che desideri sei tu. Non potrai demandare o affidare questo compito a nessun’altro, neanche a uno psicologo. La tua felicità e il tuo benessere sono nelle tue mani. Dentro di te possiedi già tutte le risorse che ti servono per trasformare questo presente difficile in un futuro più sereno.

E allora ti chiederai “a cosa può servirmi andare da uno psicologo?”

Uno psicologo può aiutarti, con i suoi strumenti e competenze, a ritrovare la strada verso l’armonia e il benessere. Egli non mira a creare una persona diversa da quella che sei, piuttosto a permetterti di essere liberamente ciò che già sei, ma per qualche motivo non riesci a esprimere pienamente. Qualunque sia il tuo problema, ricorda comunque che il primo passo verso la trasformazione dovrà venire da dentro di te.

Sporcati le mani: la traformazione è un’arte

La buona notizia è che il cambiamento può portare anche ad una vita più serena, dovrai soltanto non lasciarti trascinare dalla corrente ma sporcarti le mani e ritrovare il gusto della creatività, riscoprendo il tuo potenziale. Non lasciarti vincere dalla paura: qualsiasi sia la tua età, riparti da te.

Mettersi in discussione ed intraprendere un percorso di crescita personale è certamente una sfida, ma potrai assaporare il gusto dell’efficacia del tuo impegno e del nostro lavoro.

Perché credo nel cambiamento

Credo nel mio mestiere perché nutro profonda fiducia nel cambiamento. Se hai dei dubbi a riguardo, osserva semplicemente il mondo che ti circonda. Tutto cambia e si trasforma continuamente, nell’universo e dentro di noi. Ogni esperienza che viviamo viene memorizzata all’interno del nostro corpo, e ha degli effetti anche a livello neurofisiologico.

Quando si parla di cambiamento trovo importante sempre partire dal corpo. Gli studiosi hanno scoperto che le cellule del nostro corpo vengono sostituite nel tempo da altre, fino a subire un completo rinnovamento. Così il nostro corpo fisico si trasforma, e non è più lo stesso ogni 7 anni. Grazie alle numerose scoperte di Rita Levi Montalcini e altri studiosi, abbiamo avuto la certezza della continua influenza tra il sistema nervoso, endocrino e immunitario. Studi che, uniti alle  innovative scoperte in Psicosomatica e Psiconeuroendocrinoimmunologia (Pnei), sottolineano l’enorme importanza del lavoro psicologico nella cura del benessere delle persone.

I meccanismi d’intervento psicologico sono qualcosa di impalpabile, ma ne sono visibili gli effetti, esattamente come avviene per i campi magnetici. 

Tempo e trasformazione

Gli effetti di un intervento psicologico hanno tempi unici e diversi, che variano di persona in persona.

Ciascuno ha una propria storia, unica e irripetibile, per cui non avrebbe senso parlare di tempistiche standard. 

Inoltre, alcuni fattori incidono sul percorso necessario a ciascuno, per trovare la propria armonia e benessere psicofisico:

  • le risorse e il sostegno delle persone e dell’ambiente che ci circonda,
  • la gravità della problematica e della sofferenza che si sta vivendo,
  • il grado di consapevolezza delle proprie sensazioni, emozioni e pensieri,
  • le resistenze al cambiamento,
  • la motivazione al cambiamento,
  • il grado di sintonia che si instaura nella relazione con lo psicologo.

Quanti incontri?

In base alla mia esperienza, suggerisco un incontro preliminare gratuito per conoscersi e analizzare insieme la situazione, ipotizzando un percorso personalizzato di alcune sedute, dopo le quali fare il punto della situazione e scegliere insieme che direzione prendere.
Il numero degli incontri è del tutto indicativo e si può valutare, di volta in volta, se e come proseguire il percorso in base alle proprie esigenze. Lo stesso vale per la frequenza.
Nonostante ciò, già dopo i primi incontri, è esperienza comune constatare la sensazione di un ridimensionamento dello stato di malessere e una prima risposta costruttiva al problema.
Talvolta bastano davvero pochi incontri per sentirsi meglio e ritrovare la propria strada.

Da dove ripartire

Riparti da te, ascolta i tuoi bisogni e prendi coraggio per fare qualcosa dal valore trasformativo.

La mia proposta

Ciò che propongo è un percorso personalizzato. In base al quale potremmo scoprire insieme quale soluzione possa essere più adatta a te e ai tuoi bisogni attuali.

Mi piace pensare che ognuno di noi abbia dentro di sé un giardino da scoprire e coltivare, non per diventare una persona diversa da quella che è oggi, quanto per permettersi di crescere e fiorire con il proprio potenziale creativo, per essere persone più serene, libere e felici.”
Laura Calosso

Se lo desideri puoi Contattarmi per un primo appuntamento in Studio a Genova, Torino oppure Online. Per approfondimenti e curiosità visita la mia pagina Psicologia Creativa.

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Psicosomatica e Pnei

17 Dicembre 2016 by Laura Calosso Leave a Comment

Psicosomatica e Pnei

Somatizzare: stress e quotidianità

Psicosomatica e Pnei lo dimostrano : una maggiore consapevolezza emotiva e corporea, aiuta a superare problemi di somatizzazione dovuti ad ansia e stress.

Ora ti invito a dedicare un momento per rispondere alle seguenti domande :
1. Consideri frenetica la tua quotidianità?
2. Riesci a ritagliare un momento quotidiano per te?
3. Vorresti che le giornate avessere più ore per fare tutto con più calma?
4. Hai perso la motivazione o l’interesse nelle tue attività quotidiane?
5. Ti sembra di risentirne sia a livello fisico che psicologico?
6. Ti hanno mai diagnosticato un disturbo psicosomatico o non hanno individuato la causa di un tuo malessere fisico?

Se hai risposto Sì ad almeno una di queste domande sei nel posto giusto e ti consiglio di continuare a leggere questo articolo.

Lo sapevi che ad oggi è stato dimostrato che la reazione prolungata allo stress è una delle cause principali per l’insorgere di malattie? Si tratta di disturbi provocati dall’attivazione del “sistema di allarme” del nostro organismo. Sono difficili da individuare ma non meno reali di tutti gli altri disturbi, e sono strettamente legati al nostro stile di vita.

Disturbi Cardiovascolari e Depressione

Statistiche mondiali rivelano che tra le prime cause di morte al mondo vi siano le patologie cardiovascolari. Disturbi per cui, come sappiamo, risulta evidente non solo una predisposizione di base, ma anche uno stile di vita sfavorevole per la salute.

Ciò che rende queste evidenze rilevanti, da un punto di vista clinico e sociale, è lo stretto legame tra malattie cardiovascolari e depressione.
In particolare due recenti studi hanno dimostrato la vulnerabilità a malattie cardiovascolari in presenza di quadri diagnostici depressivi (Rugulies R., 2002; Wulsin L.R., Singal B.M., 2003).
Entrambi gli studiosi hanno evidenziato, dall’analisi della letteratura del periodo storico compreso tra il 1966 e il 2000, il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari in un arco di tempo di 4 anni per coloro, senza disturbi cardiaci, esposti a depressione (Porcelli P., 2009).

Il legame tra depressione e disturbi cardiovascolari e mortalità è allora spiegato dalla risultante di cause concatenate quali:

  1. I fattori biologici (ipertensione, ipercolesterolemia, dislipidemia, sedimentazione di placche nelle arterie, processi infiammatori, bassa variabilità del battito cardiaco, tossicità cardiaca degli antidepressivi)
  2. Stile di vita (fumo, consumo di alcol, scarsa attività fisica, obesità)
  3. Comportamento di malattia (scarsa aderenza al trattamento, scarsa attenzione per le proprie condizioni di salute; Wulsin et. al, 2003 in Porcelli P., 2009, p. 12)

I risultati di queste ricerche pongono ulteriori solide basi alle affermazioni finora esposte riguardo l’intreccio e il valore multifattoriale di quei disturbi considerati esclusivamente biologici o psicologici.

Psicosomatica e Pnei: il nuovo ponte tra Medicina e Psicologia

La Scienza ha sostenuto per molto tempo la scissione mente – corpo, cosa che ha inevitabilmente inciso sull’approccio medico e psicologico circa la sofferenza psicofisica.
La Psicosomatica è una branca sia della medicina che della psicologia clinica, che indaga la connessione tra un disturbo somatico (fisico) e la sua causa di natura psicofisica.

Il corpo si è dimostrato uno degli strumenti più potenti che abbiamo a disposizione per conoscere più approfonditamente noi stessi e gli altri.

Il progresso scientifico, abbracciando la tradizione, suggerisce l’efficacia di tutte quelle pratiche olistiche che permettono di acquisire una maggiore consapevolezza emotiva e corporea.
Lo stretto legame tra mente e corpo è stato in seguito tradotto in studi scientifici relativi a depressione, ansia, sofferenze legate alla sfera lavorativa e relazionale, facendo emergere la profonda validità di queste strategie per vivere una vita serena e un benessere duraturo.

Mente e Cervello: un falso dilemma

Ma allora come siamo arrivati a dividere tra mente e corpo? Probabilmente è stato un processo graduale dopo la rivoluzione del pensiero cartesiano.
Nonostante questa separazione sia stata utile per studiare nel dettaglio il corpo umano e tutte le sue diverse funzioni, quando si guarda al benessere globale, risulta riduttivo fermarsi ad analizzarne solo una parte.
Questo non significa che non sia utile curare un disturbo medico con i dovuti accorgimenti, quanto piuttosto non limitarsi a ricercarne le cause unicamente biologiche o fisiche, quando potrebbero essercene altre più insidiose, ma non meno potenti, come quelle psicologiche (a seguito di stress, traumi, lutti, blocchi emotivi ecc..).

Secondo Pietro Calissano, che dal 1987 dirige l’Istituto di Neurobiologia del CNR:

Molti studiosi (…) sostengono una netta dicotomia fra attività cerebrali (tra cui lo ribadiamo per chiarezza, il movimento di un braccio, la percezione di un suono o di un dolore etc.) ed attività mentali come, appunto il pensiero o l’autocoscienza. Non a caso il mondo della medicina è, a livello accademico, ancora diviso in due corpi di insegnamento distinti e talvolta in contrasto fra loro: gli psichiatri, con le loro numerose varianti basate sul prefisso psiche (psicologi, psicoanalisti etc.) che analizzano le attività ‘mentali’, ed i neurologi, i neurochirurghi, i neurobiologi che si occupano del funzionamento delle attività cerebrali. (2001, p.13)”.

Il dualismo, di cui parla Calissano, è in particolare quello che riguarda la mente e il cervello.
Come ben sappiamo, l’uomo è dotato di un sistema di apparati e organi interni che possono ammalarsi o essere colpiti da alcuni “malfunzionamenti” a vari livelli.
Molto spesso siamo indotti a ridurlo ad un insieme di processi biochimici considerandolo come se fosse solo un corpo, senza comprenderne il complesso sistema di influenze ambientali e psicologiche invisibili ad un’analisi meramente fisica e superficiale.

Al tempo stesso, quando affermiamo la centralità della mente per quanto concerne la sofferenza psichica, attuiamo uno speculare riduzionismo nel considerarla come qualcosa di separato dal corpo fisico che la esprime e la porta nel mondo quotidianamente.

La mente incarnata

Pertanto, ha davvero senso prescindere l’attività mentale dal complesso sistema cerebrale e corporeo che la supporta per valutare il benessere della persona?

Ad oggi è difficile pensare di scindere mente e cervello così nettamente, soprattutto considerandoli il risultato di un complesso insieme di fattori biologici e psicologici in continua relazione tra loro e con una realtà ambientale e sociale in grado di modificarne gli equilibri.

La Psiconeuroendocrinoimmunologia (Pnei)

Parallelamente allo sviluppo della medicina psicosomatica, si sviluppa la Psiconeuroendocrinoimmunologia (Pnei), una disciplina neuropsicologica con forti basi scientifiche, chimiche e biologiche che assolve al bisogno d’integrazione disciplinare tra medicina e psicologia. Tale modello nasce in Europa, attorno agli anni ’30 del Novecento, con le ricerche di Hans Seyle in materia di neurobiologia dello stress e “rappresenta la più robusta controtendenza al paradigma meccanicista e riduzionista che, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, diventa dominante in biomedicina”(Bottaccioli, 2008, p.13).

Questa disciplina, nonostante coinvolga le più avanzate tecnologie, si radica in una concezione di guarigione molto legata alla medicina antica, di origine orientale ed occidentale.
Gli studi di psiconeuroendocrinoimmunologia (Pnei) da molti anni hanno tradotto queste basi teoriche in dati scientifici, che rigorosamente dimostrano come avvenga il collegamento tra emotività e patologia somatica (Bagnoli A., 2014).

I processi di risposta immunitaria

Nello specifico la Pnei studia come le influenze del Sistema Nervoso Centrale e del Sistema Endocrino possano modificare la risposta del Sistema Immunitario. In questo meccanismo, anche le comunicazioni bidirezionali fra i vari sistemi possono modificare la risposta infiammatoria. Ad esempio lo stress cronico può fare insorgere fenomeni di ansia e depressione dovuti a un’omeostasi instabile del corpo (Bagnoli A., 2014).

Somatizzazione ed emozioni

Oggi è quindi possibile affermare scientificamente ciò che ai primi del Novecento scriveva Gustav Carl Jung: “un cattivo funzionamento della psiche può fare molto per danneggiare il corpo e allo stesso modo una malattia somatica può danneggiare la psiche”. Gli studi di psiconeuroendocrinoimmunologia dimostrano che la tendenza a somatizzare sia più propriamente presente in coloro che non riescono a riconoscere o ad esprimere le proprie emozioni (Bagnoli A., 2014). Per questo motivo, nel lavoro Psicologico e Psicoterapeutico, sono sempre più diffuse modalità di lavoro corporeo, per dare voce alla sofferenza emotiva e psicologica, così da iniziare un lavoro parallelo e di reciproca influenza tra il corpo e la mente.

Psicosomatica e Pnei lo dimostrano : una maggiore consapevolezza emotiva e corporea, aiuta a superare problemi di somatizzazione dovuti ad ansia e stress. 

Se hai domande, suggerimenti o curiosità da condividere, ti invito a lasciare un commento qui sotto o contattarmi personalmente.

Bibliografia

Argentieri, S., Calissano, P., Canestri, J., Cimatti, F., Denes, G., Gessa, G.L., Mancia, M., Oliviero, A., Parisi, D., & Signorini, M., introduzione di Montalcini R.L., (2001). Mente e cervello: un falso dilemma? Il Melangolo Editore.
Bagnoli, A., (2014). Il disagio psichico nello studio del medico: quando è il corpo che parla. Psico-Pratika 110, 1-5.
Bottaccioli F., (2008). Il paradigma della psiconeuroendocrinoimmunologia: saggio storico ed epistemologico. Visibile al sito www.sipnei.it
Calosso L., Freilone F., (2015). Il Volto della Psicopatologia: Applicazione Clinica del Facial Action Coding System.
Porcelli, P., (2009). Medicina Psicosomatica e Psicologia Clinica: modelli teorici, diagnosi e trattamento. Raffaello Cortina Editore, Milano.

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