Meditazione Mindfulness
Vivere il presente con consapevolezza
Consapevolezza è accettazione cosciente ed equilibrata dell’esperienza presente.
Non è più complicato di così.
È un aprirsi al momento presente per riceverlo, piacevole o spiacevole che sia, così com’è, senza afferrarlo per prenderlo,
senza respingerlo per rifiutarlo”
Sylvia Boorstein
Quante volte camminando nel tragitto da casa al lavoro non prestiamo attenzione alla strada che percorriamo? Arriviamo a destinazione persi in ricordi del passato, o in pensieri legati ad aspettative e preoccupazioni verso il futuro quali: “più tardi devo ricordarmi di fare questo” – “riuscirò nel mio obiettivo?” o “avrò fatto male a fare quello?”.
Nella vita quotidiana spesso ci accade di inserire il pilota automatico, rivolgendo l’attenzione a qualcosa di diverso rispetto a quello che stiamo facendo, rischiando di perderci il valore del momento. Possiamo vivere anni in uno stato di torpore senza neanche accorgercene, vittime di comportamenti automatici e ripetitivi. Siamo continuamente di corsa, corriamo a destra e sinistra, fuori e dentro di noi, trasportati da pensieri rispetto a qualcosa che non esiste più o preoccupazioni su eventi non ancora realizzati.
Viviamo in una realtà così frenetica da perderci spesso l’unica vera realtà esistente: il presente, ma se ci fermassimo un istante ad osservare ciò che ci circonda mentre andiamo a casa o al lavoro? e se assaporassimo il primo boccone del nostro pasto con attenzione? se ci fermassimo ad ascoltare il nostro respiro quando ci sentiamo in dubbio su una scelta.. domandiamoci cosa cambierebbe?
L’insegnamento della pratica Mindfulness
Ciò che mi ha insegnato la Meditazione Mindfulness che la percezione di ogni cosa si modifica se vissuta con consapevolezza: dal gusto di un chicco di uvetta al sorriso di un passante. Meditare è una palestra di vita, ci insegna a vivere con consapevolezza e a guardarci dentro sospendendo il giudizio.
In cosa consiste meditare?
Molte persone si chiedono in cosa consista meditare.
La prima cosa da chiarire a riguardo è l’esistenza di una pratica informale, infatti si può meditare facendo qualsiasi cosa: lavandosi i denti, mangiando, camminando, respirando, pensando.
Sì, ognuna di queste quotidiane azioni può essere fatta con consapevolezza e diventare una pratica meditativa.
Parte fondamentale della pratica consiste nel non lasciarsi travolgere dal continuo flusso di pensieri che spesso ci assale, ma riconoscerne la natura transitoria e osservarli passare, come osserviamo le gocce di pioggia quando piove.
Tutto fa esattamente la stessa cosa: sorge e poi passa.
Come un temporale estivo, sorge e passa.
Consapevoli di questo, possiamo riconoscere l’essenza stessa della vita:
la trasformazione”
Laura Calosso
Osservazione e sospensione del giudizio
L’uomo, per natura, ha la tendenza a restare sotto il flusso costante della cascata di pensieri, emozioni e sensazioni che lo travolgono. Una meditazione rivolta all’osservazione di ciò che mi attraversa nel qui ed ora, permette di fare un passo indietro e di osservare ciò che mi sta accadendo senza subirne il colpo.
Studi internazionali hanno dimostrato scientificamente i benefici che si raggiungono attraverso questa pratica meditativa. Essa permette di osservare le proprie sensazioni fisiche, le emozioni e i pensieri così come si presentano. La pratica consente di esercitare una qualità molto importante: l’osservazione. Osservare il modo in cui pensiamo, sentiamo e ci rapportiamo agli stimoli, ci invita a intraprendere un percorso teso a riconnetterci con il nostro essere più autentico.
Assumendo un atteggiamento non giudicante rispetto ai propri pensieri, anche quando insistenti e ricorrenti, diveniamo consapevoli di ciò che ci accade nel qui e ora, permettendoci di esplorare livelli più profondi di noi stessi. È stato dimostrato che la praticare la consapevolezza e portare attenzione al momento presente allena un’altra qualità profondamente positiva: la compassione.
Compassione e umanità
Nel suo libro The essence of the heart Sutra, his holiness il Dalai Lama scriveva:
La compassione è uno stato della mente che vorrebbe che gli altri fossero liberi dalla sofferenza. Non è passiva, non è solo empatia, ma piuttosto un altruismo empatico che attivamente lotta per liberare gli altri dalla sofferenza. La compassione genuina deve avere sia saggezza che amore e rispetto.
Ma allora perché essere compassionevoli e non giudicanti nei confronti di sé stessi e degli altri è così difficile?
Siamo cresciuti con l’idea che le difficoltà vadano affrontate e sopportate senza lamentarci. Non siamo abituati a trattarci con gentilezza, a guardare con atteggiamento non giudicante i nostri limiti e le nostre debolezze, in modo da comprenderle nel più largo contesto dell’esperienza umana.
Provare compassione nei confronti di sé stessi è importante per indirizzarla verso il prossimo. Un dialogo interiore aspro o severo porta facilmente al giudizio e alla mancanza di compassione anche verso l’altro. Essere un po’ più morbidi, gentili e delicati verso sé stessi guardando agli insuccessi, alle imperfezioni e alle debolezze come a qualcosa che rientra nella sfera dell’umana fallibilità, può regalarci una grande pace interiore.
Catturati dalla frenesia del mondo che ci circonda, temiamo che la meditazione come l’autocompassione siano sinonimo di indulgenza o passività, pensando che un atteggiamento di continua autocritica possa spingerci al miglioramento. Invece è essenziale, per vivere il presente con consapevolezza, smettere di giudicarci per quello che siamo o che siamo stati, e interrompere queste lotte interiori a cui ci spinge il perfezionismo.
Alcuni studi hanno dimostrato che le persone più autocompassionevoli sono meno ansiose e depresse, godono di maggiore autostima e sperimentano meno emozioni negative come ostilità, rabbia, paura.
Quando la Scienza incontra la Tradizione
Il termine Meditazione deriva dal latino meditatio, che significa riflessione.
Con essa s’intende quell’insieme di pratiche volte a portare l’attenzione ad un focus interno (sensazioni corporee, pensieri, immagini), esterno (oggetti, fonti luminose o altro), o su nulla in particolare.
Un esempio di Meditazione, che attualmente è stata validata e applicata in ambito clinico è la Mindfulness. Il termine Mindfulness deriva dalla traduzione inglese della parola Sati in lingua Pali, che significa attenzione consapevole.
Si tratta di una forma di meditazione che vanta una storia di oltre duemilacinquecento anni e affonda le sue radici nelle tradizioni contemplative buddhiste. Seppure derivi da questa tradizione, le sua pratica non è necessariamente connessa a questa ideologia, essendo una forma di meditazione universalmente accessibile al di là di ogni sistema di credenze. Si può meditare con un intento spirituale, di crescita personale, religioso, filosofico, ma anche per il puro scopo di essere presenti a noi stessi.
Solitamente, quando pensiamo al termine meditazione, la prima immagine che affiora alla mente è quella di una persona buddhista o induista, probabilmente orientale, seduta nella posizione del loto, in silenzio, ad occhi chiusi, con il pollice e indice delle mani giunte.
In realtà esistono davvero molteplici varianti, che si diversificano per tecniche e scopi, di questa pratica. Riassumendo la Meditazione:
- È universale (diffusa tanto in Oriente quanto in Occidente).
- Non è necessariamente associata ad un intento religioso.
- Ha effetti benefici, scientificamente provati e validati.
- Esistono molte diverse posizioni per meditare, anche in movimento e ad occhi aperti.
I benefici della pratica
Negli ultimi trent’anni la Meditazione Mindfulness è entrata a far parte degli strumenti clinici per la cura di diversi disturbi quali ansia, depressione, dolore cronico, stress e disordini alimentari. Ne sono stati dimostrati gli effetti sugli equilibri cellulari, e verificata l’efficacia anche nello stimolo della risposta immunitaria, contribuendo a migliorare condizioni mediche diagnosticate. Meditatori esperti mostrano anche un rallentamento dell’invecchiamento cellulare grazie all’influenza diretta sui meccanismi biochimici che proteggono la trasmissione del DNA.
I risultati di una pratica costante sono formidabili :
- Miglioramento del funzionamento del sistema immunitario ;
- Riduzione dell’ansia e del senso di irrequietezza;
- Riduzione dello stress e del senso di irritabilità ;
- Diminuzione di tristezza e stati depressivi ;
- Diminuzione del dolore e dell’infiammazione a livello cellulare ;
- Aumento delle emozioni positive ;
- Aumento delle capacità di concentrazione ;
- Miglioramento della capacità di autocontrollo;
- Miglioramento delle capacità di memoria e di attenzione multipla ;
- Contrasto dei disordini alimentari ;
- Miglioramento della creatività e della capacità di pensare fuori dagli schemi ;
- Rallentamento dell’invecchiamento cellulare in meditatori esperti.
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Sai qual è stato il mio più grande progresso?
Sono diventato amico di me stesso.
Seneca
Bibliografia
Kabat-Zinn, J., (2011). Dovunque tu vada ci sei già, in cammino verso la consapevolezza; Tea Edizioni.
Preziosi, E., (2016). Corso di Meditazione di Mindfulness, conosco, conduco, calmo il mio pensare; Franco Angeli Editore.
Porcelli, P., (2009). Medicina psicosomatica e psicologia clinica: modelli teorici, diagnosi e trattamento. Raffaello Cortina Editore, Milano.