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Dott.ssa Laura Calosso | Psicologia Creativa

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Laura Calosso Psicologa

Conoscersi attraverso l’altro

15 Agosto 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Conoscersi attraverso l’altro

Attraverso il contatto con l’altro
conosciamo noi stessi

Siamo tutti collegati. La nostra esperienza è inevitabilmente interconnessa con quella di altre persone come noi. I problemi, spesso, nascono nelle relazioni ed è proprio all’interno di queste che trovano la loro soluzione.”
Laura Calosso

Chi non ha mai provato un percorso di psicoterapia può essere inizialmente scettico sulla sua utilità: “Perché andare da uno psicoterapeuta?”. Per rispondere a questa domanda ho deciso di scrivere questo articolo e trattare quelli che sono i fondamenti del mio lavoro clinico e umano con le persone.

La cura del contatto

Il mio approccio affonda le sue radici nella Psicoterapia della Gestalt. Si tratta di un approccio interattivo, dove la consapevolezza passa attraverso il contatto con l’altro.
In che senso? Attraverso l’interazione e la relazione co-costruita con il terapeuta è possibile esplorare e osservare quell’insieme di meccanismi che si ripropongono nella vita della persona.

A partire dall’ascolto dei bisogni nel presente, si diventa consapevoli delle paure che governano le scelte (o non scelte) e si prende coscienza di eventuali blocchi emotivi alla base della sofferenza, per superarla.

L’approccio gestaltico fornisce un sostegno pratico per divenire consapevoli dei messaggi di sofferenza nascosti nei sintomi,
rendendo possibile il cambiamento della persona a partire dal proprio interno. 
Laura Calosso
Possiamo dire che questo approccio sia olistico ed esperienziale.
  • Olistico perchè integra al colloquio clinico tecniche di consapevolezza psico-corporea, oltre che all’osservazione del linguaggio non verbale (con rimando a voce, gesti, tensioni ed espressioni)
  • Esperienziale perchè si basa sull’esperienza della relazione nel qui e ora tra paziente e terapeuta.

Ascoltare i sintomi, per superarli

I sintomi sono il frutto di un adattamento che è stato utile in passato, ma che col cambiare delle circostanze di vita non è più funzionale, creando un disagio. Spesso tendiamo a trattarli come “altro da noi”, ma soltanto imparando ad accoglierli e comprenderli, è possibile creare le basi per lasciarli andare.

Alla base di questo processo c’è un’importante assunzione di responsabilità.

Se ti assumi la responsabilità di quello che stai facendo,
del modo in cui produci i tuoi sintomi,
del modo in cui produci la tua malattia,
del modo in cui produci la tua esistenza
– al momento stesso in cui entri in contatto con te stesso –
allora ha inizio la crescita, ha inizio l’integrazione”
Fritz Perls

Di seguito elencherò quelli che, a livello internazionale, sono riconosciuti come i fondamenti della Psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica.

I fondamenti della Gestalt

  1. L’importanza di vivere nel qui e ora. L’unica vera realtà è il presente. Laura Perls (1992) affermava che «quanto esiste, esiste qui ed ora; il passato esiste ora come memoria, nostalgia, rimpianto, risentimento, fantasia, leggenda o storia. Il futuro esiste qui e ora nel presente attuale come anticipazione, pianificazione, saggio, aspettativa e speranza o timore o disperazione”.
    L’arte del qui e ora si sviluppa nella continua attenzione alla reale esperienza vissuta nel presente, in ogni istante dell’esistenza, favorita anche dalle pratiche di consapevolezza corporea ed emotiva.
  2. La consapevolezza di per sé può essere curativa. Con una piena consapevolezza si diventa responsabili dell’autoregolazione del proprio organismo. Inoltre, solo se prendiamo atto di una situazione possiamo modificarla.
  3. Il corpo come strumento privilegiato per divenire consapevoli delle proprie tensioni e dei propri blocchi emotivi. La Gestalt ha un approccio esperienziale in quanto invita la persona a sperimentare quanto più di sé stessa, diventando consapevole dei propri gesti, della respirazione, delle sensazioni corporee, delle emozioni, della voce e delle proprie espressioni facciali, nonché dei pensieri.
  4. La sofferenza e ogni sintomo psico-fisico sono un campanello d’allarme che contiene un messaggio per noi. L’organismo ci segnala che ha bisogno di cambiare perché non è più in equilibrio.
  5. L’unica costante dell’Universo è il cambiamento. L’uomo, per mantenere il benessere nel proprio ambiente esteriore ed interiore, adotta un processo permanente di adattamento creativo. Per processo s’intende un continuo adattamento (sempre diverso dal precedente) alle situazioni interne ed esterne che si presentano alla persona. Attraverso la capacità creativa di organizzarsi e riorganizzarsi in base alle diverse circostanze, l’uomo tende a ristabilire la propria integrità. La fondamentale spinta alla vita e alla salute ci permette, attraverso questa funzione, di ritrovare il benessere quando lo perdiamo.
  6. Siamo tutti connessi e in relazione con l’ambiente. Non si può curare una persona senza tenere conto dell’ambiente psicologico, fisico ed emotivo in cui vive. La Gestalt interviene sulle interruzioni del processo di autoregolazione al confine di contatto tra l’individuo e il suo ambiente.
  7. Il tutto è diverso dalla somma delle sue parti. La Gestalt sottolinea che per comprendere un comportamento è importante, oltre che analizzarlo, averne una visione di campo. Ovvero cercare di percepirlo nell’insieme del contesto complessivo (approccio olistico) di quell’individuo. L’approccio gestaltico considera importante l’intera esperienza di vita di una persona: fisica, psicologica, intellettuale, emotiva, relazionale e spirituale.
  8. L’importanza dell’autenticità per sentirsi liberi: se per proteggere la nostra immagine di fronte agli altri recitiamo continuamente dei ruoli (es. il bravo figlio, il buon marito, il bravo lavoratore ecc..), il messaggio implicito verso noi stessi è che non abbiamo il  diritto di esistere così come siamo. Ciò che la terapia della Gestalt tenta di fare è di portare l’uomo ad accettarsi per ciò che è e non per ciò che potrebbe o vorrebbe essere. Si propone di aiutare la persona facilitando l’attivazione delle sue risorse, senza imposizioni esterne. Se ci portiamo con autenticità nel mondo, scopriamo la possibilità realizzarci per ciò che realmente siamo.
  9. Ogni persona è esperta di sé stessa. In questo processo il professionista ha il compito di sostenere e aiutare la persona a trovare la propria strada. Questo concetto include anche l’idea che non vi sia una normalità o una via giusta da perseguire. La realizzazione personale è unica per ciascuno.
  10. Il processo di integrazione delle parti. Su questo punto si concentra una delle tecniche più conosciute della Gestalt: la sedia calda (o sedia vuota) che aiuta le persone ad integrare l’esperienza vissuta da parti di sé contrastanti, o a “mettersi nei panni” delle persone con cui sono in conflitto, così da riappropriarsi delle proprie proiezioni(quelle parti del nostro vissuto che proiettiamo sull’altro).

La consapevolezza di per sé può essere curativa.
Dato che con una piena consapevolezza si diventa autoconsapevoli
dell’autoregolazione dell’organismo,
si può lasciare che l’organismo prenda in mano la situazione senza interferire,
senza interrompere: della saggezza dell’organismo ci si può fidare.
Di contro a questo atteggiamento troviamo l’intera patologia
dell’automanipolazione, del controllo ambientale e via dicendo,
che interferisce con i sottili meccanismi dell’autoregolazione dell’organismo”
Fritz Perls

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Training Autogeno per Sportivi

13 Agosto 2017 by Laura Calosso Leave a Comment

Training Autogeno per Sportivi

La competizione è dentro

Chiunque sia vicino al mondo dello sport, per professione ma anche per diletto, sa bene che la gara, il match o la partita sono prima di tutto una competizione con sé stessi.
La più grande sfida per lo sportivo è confrontarsi con i primi limiti, fisici ma soprattutto mentali.

La volontà, la perseveranza, la resilienza e le capacità di controllare le proprie emozioni sono parte integrante della riuscita nel mondo dello sport, sia agonistico che amatoriale.

La pratica del Training Autogeno si è rivelata un aiuto eccellente per sostenere la prestazione psicofisica e per aiutare lo sportivo a sviluppare fiducia in sé stesso, migliorando tanto la performance esterna quanto il vissuto interiore associato ad essa.

Il TA Sport Program

Noi di SomaticaMente abbiamo messo a punto uno strumento rivolto specificatamente al mondo degli sportivi, denominato TA Sport Program.

Il TA Sport Program è una pratica di “allenamento mentale” rivolta a chi pratica qualsiasi sport, di squadra o individuale.
Esso si serve di una serie di psicotecniche, volte al raggiungimento di un maggiore stato di rilassamento e concentrazione nel periodo prima, durante e post attività sportiva.
In particolare abbiamo messo a punto un corso che comprende il training autogeno del protocollo di Schultz, il PMR o rilassamento muscolare progressivo di Jacobson, una selezione delle più efficaci tecniche di imagery (visualizzazione) e di meditazione.

Raggiungi i tuoi obiettivi in 8 settimane


Il TA Sport Program
è una straordinaria opportunità per tutti gli sportivi che vogliano migliorare le proprie prestazioni.

È un metodo semplice, efficace e adatto a tutti. Non presenta controindicazioni e può essere impiegato in qualsiasi fase della pratica sportiva:

  1. nella fase preparatoria volta a fissare gli obiettivi da raggiungere;
  2. nella fase di allenamento per aumentare la resistenza e la concentrazione durante l’apprendimento della tecnica;
  3. durante la performance in gara, per ridurre l’ansia da prestazione;
  4. nel periodo post-gara, per velocizzare il recupero.

Vinci l’ansia da prestazione

Il TA Sport Program si serve di tecniche psicologiche scientificamente validate per permettere il raggiungimento di uno status pscofisiologico caratterizzato da una riduzione del livello di attivazione complessivo dell’organismo, a cui corrisponde un vissuto di calma e tranquillità in relazione alla prestazione sportiva, con una conseguente riduzione dei livelli di ansia e tensione associati.

Parallelamente, tali tecniche, consentono di sviluppare uno stato di consapevolezza e presenza mentale che facilita lo svolgimento di attività ad alte prestazioni, ossia tutte quelle attività che richiedono un elevato livello di attenzione, focalizzazione e capacità di problem solving in tempi molto rapidi.

Supera i tuoi limiti con la presenza mentale

Studi sperimentali hanno dimostrato l’efficacia di tali tecniche di mental training rivolte al mondo degli sportivi, sia per effetto diretto delle tecniche autogene sulla prestazione fisica, sia in relazione al miglioramento delle capacità cognitive associate alle aree visuospaziali e motorie.

Studi scientifici mostrano i benefici associati alle tecniche di mental training.
In particolare si sono evidenziate efficaci per i seguenti ambiti:

  • porsi obiettivi e rimanervi aderenti
  • superare l’ansia pre-gara
  • migliorare la concentrazione
  • ridurre la frequenza respiratoria
  • migliorare la qualità del sonno
  • velocizzare il recupero post-gara
  • diminuire i rischi di traumi
  • migliorare l’efficienza psico-fisica
  • affinare le capacità intuitive e di problem solving
  • sviluppare resistenza e resilienza

Aumenta la resistenza e la velocità di recupero

I risultati suggeriscono l’utilità delle tecniche autogene nello sport, sia durante la performance che durante il recupero post-gara.

Un studio sperimentale svolto da Solberg e collaboratori (2000), è stato rivolto all’analisi del recupero post-gara nei runners. Il trial prevedeva che gli atleti prendessero parte per 6 mesi ad un corso di rilassamento basato sulle tecniche di meditazione e di training autogeno. Alla fine del percorso gli atleti mostravano una maggiore capacità di recupero, valutabile fisiologicamente nella significativa riduzione della percentuale di lattato nel sangue.

Mikicin e collaboratori (2015) effettuarono uno studio su un gruppo di atleti misti, praticanti vari tipi di sport, ai quali veniva indotto uno stato di rilassamento profondo per mezzo del training autogeno supportato da strumenti audiovisivi.

I soggetti che avevano praticato training autogeno dopo 7 mesi mostravano all’elettroencefalogramma cambiamenti significativi relativamente all’ampiezza delle onde alfa a riposo unitamente ad un notevole miglioramento in quasi tutti i componenti del test di Kraepelin (volto a indagare la capacità di attenzione e presenza a sé stessi).

Tali risultati inoltre, venivano mantenuti anche nel periodo successivo, benché l’intervento fosse stato sospeso. Tale studio sperimentale ha mostrato come la combinazione del rilassamento audio-video al training autogeno migliorava sensibilmente la capacità degli atleti di sostenere uno sforzo mentale prolungato.

Il training Autogeno in squadra

L’efficacia delle tecniche di mental training si rileva anche nel miglioramento del tono dell’umore e dello stato d’animo correlato alla pratica. Uno studio (Hashim and Hanafi, 2011), effettuato su giovani giocatori di calcio, a questo proposito ha comparato gli effetti del PMR o rilassamento muscolare progressivo e del training autogeno.
I test post intervento hanno rilevato una riduzione significativa relativamente ai seguenti parametri: confusione, depressione, fatica e tensione.

Inoltre si è evidenziato un aumento dell’attenzione focalizzata e un conseguente miglioramento del gioco di squadra.

Si può dunque affermare come queste tecniche di rilassamento e mental training possano venire efficacemente utilizzate per regolare lo stato d’animo degli sportivi, non solo per atleti individuali ma anche nell’ambito dei giochi di squadra.

Leggi la testimonianza di due atleti formati da noi

Umberto Serra (classe 1998), verticalista e scialpinista, record al Vertical di Usseglio del 2016, pratica training autogeno da due anni e ci racconta la sua esperienza:

Ho iniziato con il training autogeno partecipando per curiosità ad un corso estivo indetto dalla mia squadra. Mi aspettavo di riuscire a gestire meglio lo stress pre-gara, che mi dava problemi di sonno soprattutto il giorno prima dell’evento, con un impatto non da poco sulla mia performance in gara rispetto all’allenamento. Con mia grande sorpresa i benefici del training si sono estesi ben oltre: non si tratta solo di come gestisco lo stress, ma anche e soprattutto di come vivo la mia competizione. Per me non è più questione di resistere, ma di riuscire a godersi il momento! Adesso non posso più farne a meno e lo utilizzo per rimanere focalizzato e motivato a continuare anche quando la fatica rischia di diventare l’unica voce che senti. 

Giordano Massimi (classe 1989), campione europeo di Pentathlon:

Ogni volta che dovevo affrontare una gara importante l’ansia si impadroniva di me, limitando le mie prestazioni. Per ovviare al problema mi hanno consigliato un metodo davvero efficace per ridurre l’ansia e incrementare le prestazioni: il training autogeno. Ho iniziato quasi per gioco e non ho più smesso. Credo che la pratica costante, in alcune occasioni, abbia fatto la differenza tra la vittoria e la sconfitta”.

I nostri corsi individuali e di gruppo:

I nostri corsi individuali e di gruppo consistono di 8 incontri da 1 ora ciascuno.

  • Se sei un’atleta e sei curioso, contattami per una prova gratuita.
    Il costo intero del corso individuale è di 320 euro per 8 incontri. Se sei iscritto ad un’associazione sportiva agonistica potrai usufruire di uno sconto di 30 euro.
    Il corso in gruppo (minimo 4 persone) ha un prezzo di 250 euro.
  • Se sei un allenatore o fai parte di una società sportiva, contattami per organizzare un incontro intensivo o un corso su misura per i tuoi atleti. Contattami per un preventivo su Genova o Torino.

Contattami per saperne di più

Contattami :
Email lc.calosso@gmail.com
Tel. +39 331.9906917

A Cura di:

Laura Calosso – Psicologa, Trainer di Mindfulness e Training Autogeno.

Maria Elena Marchionatti – Naturopata, Laureata in Psicologia, Trainer di Pilates e Training Autogeno.

 

Bibliografia

Blumenstein B, Bar-Eli M, Tenenbaum G.,The augmenting role of biofeedback: effects of autogenic, imagery and music training on physiological indices and athletic performance. J Sports Sci. 1995 Aug;13(4):343-54.

Mikicin M., Kowalczyk M., Audio-Visual and Autogenic Relaxation Alter Amplitude of Alpha EEG Band, Causing Improvements in Mental Work Performance, in Athletes. Appl Psychophysiol Biofeedback. 2015 Sep;40(3):219-27

Hashim HA, Hanafi Ahmad Yusof H., The effects of progressive muscle relaxation and autogenic relaxation on young soccer players’ mood states. Asian J Sports Med. 2011 Jun;2(2):99-105.

Groslambert A, Candau R, Grappe F, Dugué B, Rouillon JD., Effects of autogenic and imagery training on the shooting performance in biathlon. Res Q Exerc Sport. 2003 Sep;74(3):337-41

Solberg EE, Ingjer F, Holen A, Sundgot-Borgen J, Nilsson S, Holme I., Stress reactivity to and recovery from a standardised exercise bout: a study of 31 runners practising relaxation techniques. Br J Sports Med. 2000 Aug;34(4):268-72.

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Filed Under: Psicologia e Benessere Tagged With: ansia da prestazione, Ansia e Stress, atleti, benessere, Corsi in gruppo, Corsi individuali, Corso di Training Autogeno, Laura Calosso Psicologa, mental training, migliora la velocità di recupero, migliora le tue prestazioni sportive, Prestazioni sportive, psicologia dello sport, resilienza, resistenza, SomaticaMente, Sport di squadra, TA Sport Program, Training Autogeno per sportivi, Vinci l'ansia da performance sportiva, visualizzazioni guidate, visualizzazioni pregara

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