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Dott.ssa Laura Calosso | Psicologia Creativa

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lasciare andare ansia e stress

Ansia e fobie

23 Marzo 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Ansia e fobie

L’ansia è una condizione umana.

Prima di inoltrarti nella descrizione dei principali disturbi d’ansia ti invito a riflettere sul fatto che tutti noi possiamo riconoscerci in alcuni dei tratti descritti di seguito, senza soffrire di un vero e proprio disturbo.

Un moderato livello d’ansia può dimostrarsi vantaggioso per la nostra riuscita personale e professionale.

Il problema sorge quando la nostra vita ne risulta sopraffatta,
limitandoci ai margini della nostra esistenza.

Se stai iniziando a limitare la tua vita per evitare le situazioni che ti suscitano ansia e/o stress, sappi che esistono diversi metodi e tecniche specifiche per affrontare e trattarla.

Non cadere nella tentazione di dare un’etichetta al problema che ti riguarda e chiuderti alla possibilità di uscirne. Inizia piuttosto a renderti consapevole del fatto che, come è successo a te, anche altre persone ne hanno sofferto e ne sono uscite.

La buona notizia è che puoi reagire a ciò che ti sta accadendo (o aiutare la persona a te casa alla quale sta succedendo).

Il coraggio non è assenza di paura, ma non è altro che paura sostenuta dal respiro

Senti il bisogno di un sostegno per gestire l’ansia? Contattami per un primo appuntamento

I principali disturbi d’ansia sono

Fobia specifica

Una fobia specifica si caratterizza come un vissuto di paura e/o ansia eccessive e marcate verso un oggetto o una situazione particolare. 

Tra le fobie più diffuse vi sono quelle per: animali (ragni, insetti, cani, ecc..); ambienti naturali (altezze, temporali, acqua, ecc..); sangue e ferite (aghi, trattamenti medici invasivi, ecc..); spazi chiusi (aeroplani, ascensori, trasporti e luoghi senza via di fuga immediata, ecc..).

Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale)

La fobia sociale è caratterizzata da una marcata o intensa paura e/o ansia relativa alle situazioni sociali, in cui l’individuo può essere esaminato dagli altri o teme di essere giudicato negativamente. Le persone che soffrono di questo disturbo tendono a ritirarsi ed evitare le interazioni con gli altri (ad esempio evitano di mostrarsi, parlare o esibirsi in pubblico, partecipare ad eventi collettivi, ecc..)

Attacchi di panico

Gli attacchi di panico possono originarsi sia in seguito a eventi attesi e/o temuti, sia senza che vi sia un elemento scatenante chiaro. L’attacco di panico si avverte con la comparsa di paura o disagio improvvisi e intensi, in cui si verificano quattro (o più) dei seguenti sintomi:

  1. Palpitazioni o tachicardia
  2. Sudorazione intensa
  3. Tremori
  4. Dispnea o sensazione di soffocamento
  5. Sensazione di asfissia
  6. Dolore o fastidio al petto
  7. Nausea o disturbi addominali
  8. Sensazioni di vertigine o di svenimento
  9. Brividi o vampate di calore
  10. Parestesie (torpore o formicolio)
  11. Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (sentirsi distaccati da sé stessi)
  12. Paura di perdere il controllo
  13. Paura di morire

Una persona che manifesta frequenti attacchi di panico inaspettati (per cui non sembra esserci un chiaro elemento scatenante) può sviluppare quello che viene definito disturbo di panico.

Agorafobia

Si definisce agorafobia una marcata paura o ansia relativa a due (o più) delle seguenti situazioni:

  1. Utilizzo dei trasporti pubblici (autobus, treni, metro, ecc..)
  2. Trovarsi in spazi aperti (parcheggi, mercati, ponti, ecc..)
  3. Trovarsi in spazi chiusi (teatri, negozi, cinema ecc..)
  4. Stare in fila oppure tra la folla
  5. Essere fuori casa da soli

La persona tende ad evitare queste situazioni perché teme che possa avvenire qualcosa di terribile, che sia difficile fuggire oppure che potrebbe non essere disponibile il soccorso nel caso in cui dovessero sentirsi male. Le situazioni quindi vengono evitate o richiedono la presenza di un accompagnatore, o vengono sopportate con paura e/o ansia intense. L’evitamento può diventare talmente grave che la persona si ritrova costretta in casa.

Per approfondire il tema potrebbe interessarti anche l’articolo riguardante come lasciare andare ansia e stress.

Ti capita di vivere sintomi come quelli descritti ? Contattami per un primo appuntamento

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Filed Under: Psicologia e Benessere Tagged With: agorafobia, Ansia, ansia da prestazione, Ansia e Stress, attacco di panico, consulenza psicologica, Disturbi d'Ansia, fobia sociale, fobia specifica, fobie, lasciare andare ansia e stress, Stress, studio di psicologia

Training Autogeno

21 Gennaio 2017 by Laura Calosso 2 Comments

Training Autogeno

Allenarsi al rilassamento

Il training autogeno è una tecnica di auto-rilassamento che consente di allontanare lo stress e le tensioni e dona al soggetto una notevole capacità di concentrazione, benessere e presenza a sé stesso.

Il principio sul quale si basa il training autogeno è la stretta interconnessione tra lo stato fisico e quello mentale, che genera uno stato di commutazione autogena.

Ideata da Johannes Schultz, psichiatra e psicoterapeuta berlinese, la tecnica rimanda, a partire dal suo significato letterale “training”= allenamento, “autos”= da sé, “genos”= che si genera, ad un allenamento che si genera autonomamente: infatti la persona che apprende il metodo diventa in grado di gestire individualmente i propri stati fisici, acquisendo una sempre maggiore capacità di induzione volontaria di sensazioni specifiche, inizialmente indotta dall’esterno e gradualmente interiorizzata.

L’autogenia, secondo Schultz, è la capacità di lasciar emergere spontaneamente il proprio mondo interiore. Per far emergere il proprio progetto interno è necessario un ascolto calmo di sé, che si realizza attraverso il rilassamento profondo. Solo allora, quando si mettono a tacere le voci di sottofondo e ci si da lo spazio e il tempo di ascoltare il proprio Sé, si realizza quella profonda unità di mente e corpo che é alla base del benessere.

Il Training Autogeno nasce originariamente in campo clinico psicologico e psicosomatico per affrontare problematiche quali: disturbi funzionali e somatizzazioni di tipo neurovegetativo come cefalee, tachicardie, problemi circolatori e respiratori, disturbi digestivi; fobie e disturbi d’ansia; tic o balbuzie; disturbi del sonno quali insonnia e apnee.

Esercizi principali

Gli esercizi principali del metodo indicato da Schultz sono “basilari“(1-2) e “complementari“(3-4-5-6-7):

  1. Esercizio della pesantezza: produce uno stato di rilassamento muscolare ;
  2. Esercizio del calore: produce una vasodilatazione periferica con conseguente aumento del flusso sanguigno ;
  3. Esercizio del cuore: la concentrazione sul ritmo del battito cardiaco, come sul respiro, genera una sensazione di calma che permette di raggiungere uno stato di serenità ancora più profondo ;
  4. Esercizio del respiro: la respirazione diviene sempre piu’ profonda e spontanea, avvicinandosi a quella caratteristica del sonno ;
  5. Esercizio del plesso solare: consiste nel graduale rilassamento di tutta la zona situata al di sotto del diaframma, tra lo stomaco e la colonna vertebrale, che si collega a numerosi organi interni: stomaco, intestino, fegato, pancreas, milza, reni e ghiandole surrenali.
  6. Esercizio della fronte fresca: induce nell’individuo una sensazione di benessere e rilassamento nella zona del capo ;
  7. Proponimento: in questa fase si può inserire un proponimento rispetto a un particolare obiettivo che si può prefissare. Per esempio lo sportivo che soffre d’ansia da prestazione può visualizzare il momento della competizione in uno stato di totale rilassamento così da associare la competizione stessa ad uno stato non ansiogeno, creando una memoria interiore di calma ad un livello profondo dello stato di coscienza.

Questa tecnica è quindi un vero e proprio strumento di cambiamento che opera a tre livelli: fisiologico, fisico e psicologico.

A livello fisiologico viene favorito un riequilibrio del Sistema Nervoso e del Sistema Endocrino, entrambi strettamente connessi ai vissuti emotivi; a livello fisico, tale metodo di “autodistensione da concentrazione psichica passiva” – come il suo stesso ideatore la definì – consente in tempi brevi di intervenire efficacemente su numerosi disturbi funzionali, migliorando lo stato di benessere e di salute generale; a livello psicologico il soggetto, indotto a concentrarsi sulle proprie sensazioni corporee, ottiene un immediato alleviamento delle tensioni e dei pensieri, migliorando alcuni vissuti psicologici.

Ad oggi i campi di applicazione scientificamente validati del Training Autogeno sono molti di più e spaziano dall’ambito aziendale, dove ha permesso di migliorare le prestazioni lavorative e la motivazione, a quello sportivo dove si è dimostrato utilissimo per atleti in fase sia preparatoria di gare che di recupero dopo eventuali infortuni. Ci sono poi i corsi pre-parto, la preparazione agli esami o eventi importanti, l’ambito estetico e infine quello pediatrico in cui la tecnica si è trasformata in “fiabe per il rilassamento” dei bambini.

Potrebbero interessarti anche:

Corsi di Training Autogeno

Bibliografia

Schultz, J.H. (1968). Il training autogeno I – esercizi inferiori. Milano: Feltrinelli.

Schultz, J.H. (1968). Il training autogeno II – esercizi superiori. Milano: Feltrinelli.

Schultz, J.H. (1968). Quaderno di esercizi per il training autogeno. Milano: Feltrinelli.

Marchi, I. (2002). Teoria e pratica del training autogeno. Firenze: Demetra.

Lindemann, H. (2003). Training autogeno. Il più diffuso metodo di rilassamento. Milano: TecnicheNuove.

Hoffman, B. (1980). Manuale di training autogeno. Roma: Astrolabio.

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Filed Under: Psicologia e Benessere Tagged With: allenarsi al rilassamento, Corso di Training Autogeno, lasciare andare ansia e stress, sistema endocrino, sistema immunitario, sistema nervoso, tecniche di rilassamento, training autogeno

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