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evitamento

Attacchi di panico

30 Settembre 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Attacchi di panico

Come inquadrare e riconoscere
l’attacco di panico?

Gli attacchi di panico consistono nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, in cui si verificano quattro (o più) dei seguenti sintomi:

  • Palpitazioni o tachicardia
  • Sudorazione
  • Tremori
  • Sensazione di soffocamento
  • Sensazione di asfissia
  • Dolore o fastidio al petto
  • Nausea o disturbi addominali
  • Sensazioni di vertigine o di svenimento
  • Brividi o vampate di calore
  • Sensazioni di torpore o di formicolio
  • Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (sensazione di essere distaccati da se stessi)
  • Paura di perdere il controllo
  • Paura di morire

Attacco di panico
come perdita improvvisa di sicurezza

Chi ha vissuto l’esperienza del panico, sa cosa significa perdere il proprio senso di sicurezza.

Ciò che avviene è l’improvvisa perdita del “terreno (dall’inglese ground) sotto i propri piedi”, come descritto di seguito in prima persona da un paziente (Francesetti G., 2005, p.61):

Stavo andando a fare una commissione e all’improvviso mi sono accorto di essere lontano da casa mia, ho sentito mancarmi la terra sotto i piedi, la testa si è svuotata, non riuscivo più a respirare e ho avuto il terrore che stessi per morire.

A crollare sono le sensazioni fisiche più abituali e familiari , quelle “che costituiscono il ground di sicurezze scontate del sé”(Spagnuolo Lobb, 2001, p. 94).

Nell’ottica della Psicoterapia delle Gestalt durante l’attacco di panico “è lo sfondo che di colpo crolla: infatti l’intervento di sostegno immediato è proprio quello di riconnettere l’organismo al ground: appoggiare i piedi per terra, sedersi, respirare a fondo, fornire aria fresca, fare spazio, dare tempo, ricondurre a luoghi o persone familiari”(Francesetti G., 2005, p.62).

“Posso fidarmi di me?”

Dopo il primo attacco di panico emerge la paura che l’episodio possa ripetersi.
Questa preoccupazione rende le persone molto sensibili alle proprie percezioni psicofisiche, si inizia a mettere in dubbio le proprie sensazioni e/o pensieri:
“starò respirando bene?”; “sto ragionando correttamente?”; “vedo i miei punti di riferimento?”; “è presente qualcuno di familiare?”; “riuscirò ad orientarmi per tornare a casa?”; “le mie gambe, il mio cuore, mi reggeranno?” (Francesetti G., 2005, p.62).

La fatica di evitare

In genere, chi ha avuto esperienza di uno o più attacchi di panico tende a sviluppare la preoccupazione che l’attacco di panico possa verificarsi nuovamente.
Di conseguenza si sviluppa la tendenza ad evitare tutte una serie di situazioni che vengono considerate “a rischio”dalla persona, ad esempio si tende a evitare:

  • il luogo/la condizione dove, per la prima volta, si è presentato l’attacco di panico
  • luoghi affollati e/o isolati
  • di stare da soli
  • di svolgere attività fisica
  • luoghi dove risulta difficile svincolarsi o uscire e poter tornare in posti familiari

Questa insicurezza di fondo, spesso richiede faticosi accorgimenti per sentirsi al sicuro. I comportamenti protettivi più diffusi sono: portare con sé farmaci per l’ansia, muoversi solo in zone in cui sono presenti strutture mediche, allontanarsi da casa solo se accompagnati da persone di fiducia, tenere sempre sotto controllo le uscite di sicurezza.

Quando la vita della persona è condizionata dall’evitamento si parla di disturbo da attacchi di panico

3 tipi di attacco di panico

Gli attacchi di panico si possono manifestare in diversi disturbi d’ansia. In base alle modalità di esordio della sintomatologia e alle cause scatenanti si possono distinguere 3 tipi di attacco di panico:

  1. attacchi di panico inaspettati: compaiono come un “fulmine a ciel sereno”, senza che la persona possa prevenirne l’insorgenza (il panico arriva anche durante attività quotidiane).
  2. attacchi di panico causati dalla situazione : i sintomi emergono in particolari condizioni ambientali o in presenza di un contesto specifico (ad esempio ogni volta che la persona parla in pubblico)
  3. attacchi di panico sensibili alla situazione: i sintomi compaiono frequentemente, ma non sempre, in certe situazioni (ad esempio la persona può essere colta da un attacco di panico mentre guida l’auto, ma non sempre)

Ogni sintomo porta con sé un messaggio

La condizione di chi vive con il timore di questi incombenti attacchi, diventa sempre più complessa qualora non si intervenga con un sostegno psicologico (accompagnato per un periodo, se necessario, da un sostegno farmacologico).

Ogni sintomo porta con sé un messaggio, anche l’attacco di panico. È importante parlare con un professionista per superare questo momento, soprattutto se la condizione continua a perdurare o peggiorare, creando vere e proprie limitazioni nella tua vita.

Contattami per parlarmi della tua storia, ti aiuterò a ritrovare la direzione verso l’armonia e il benessere, anche con l’aiuto di tecniche di respirazione e di rilassamento come il Training Autogeno.

Bibliografia

American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.

Francesetti G., a cura di (2005). Attacchi di panico e postmodernità. La psicoterapia della Gestalt tra clinica e società. Milano: FrancoAngeli.
Francesetti G. (2014c). La psicoterapia della Gestalt con il disturbo di panico. In: Francesetti G., Gecele M. e Roubal J., a cura di, La psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto. Milano: FrancoAngeli.

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Filed Under: Psicologia e Benessere Tagged With: adattamento creativo, Ansia, attacchi di panico, consulenza psicologica, Disturbi d'Ansia, evitamento, fondamenti della gestalt, panico, sintomi attacco di panico, sostegno specifico psicologico, training autogeno

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