“Non ce la faccio più.
mi sveglio al mattino e spesso mi capita di rigettare.
La sola idea di dover tornare sul posto di lavoro domattina mi fa già stare male”
Così esordiva Ilaria (così la chiameremo per rispetto alla sua privacy).
Ilaria lavora per una grande azienda, dove detiene un ruolo importante.
Ciò nonostante si sente totalmente sommersa dal lavoro, che suscita in lei sintomi psicofisici di stress ed emozioni contrastanti, lasciando poco spazio alla propria vita privata.
Ilaria ha sempre avuto passione per il proprio mestiere, ma l’aumento della mole di lavoro e il cambiamento degli equilibri interni all’azienda hanno fatto emergere in lei un meccanismo già presente sullo sfondo dei suoi vissuti: la paura del giudizio.
Nella medicina del lavoro lo stress lavoro-correlato può essere definito come la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste dell’ambiente lavorativo eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste, portando inevitabilmente nel medio e lungo termine ad un vasto spettro di sintomi o disturbi che vanno dal mal di testa, ai disturbi gastrointestinali e/o patologie del sistema nervoso (quali disturbi del sonno, sindrome da fatica cronica ecc…) fino a casi di burn-out o collasso nervoso.
Il timore di essere reputata incapace di gestire la complessa situazione lavorativa, di cui si sente molto responsabile, ha fatto crescere in Ilaria l’ansia da prestazione:
“rispondo alle email a tutte le ore del giorno e della notte (weekend incluso),
sono spesso nervosa e insofferente e nonostante l’impegno che ci metto sembra che il mio lavoro non sia mai abbastanza. Quando torno a casa dalla mia famiglia non sono più come prima e me ne dispiaccio.
mi sento sommersa”
La storia di Ilaria mostra come una situazione particolarmente stressante sul lavoro possa alterare gli equilibri emotivi, fisici e relazionali delle persone.
Esistono storie di vita molto diverse, che parlano tutte dello stesso fenomeno: lo stress correlato al lavoro. Alcune volte la situazione emerge da dinamiche di potere sul posto di lavoro che mettono a dura prova la resilienza delle persone, altre volte da momenti di vita particolarmente stressanti.
In queste e in altre condizioni è importante fermarsi un momento
per fare un passo indietro e osservare la situazione dall’esterno.
Sì, ok, la situazione non sarà delle migliori e molte volte non passiamo fare nulla per cambiare la realtà del nostro posto di lavoro.
Ciò che possiamo fare, è cambiare la nostra prospettiva ed essere più consapevoli.
Potrà sembrarti banale, ma cambiando prospettiva potrai accorgerti di molte cose che nella quotidianità “dai per scontate” e sulla quale puoi ancora agire. Molte volte arriviamo ad accumulare una gran dose di stress e rabbia, senza accorgerci come ci siamo arrivati.
Come uscirne? imparando a essere più consapevoli. Facile a dirsi…
…dirai: “beh, la fai semplice così”
Sì, hai ragione: le situazioni che viviamo sono spesso complicate e non è sempre possibile risolvere tutto con la consapevolezza, ma possiamo utilizzarla per farlo.
Di cosa sto parlando?
Di un concetto teoricamente facile, ma più complesso nella pratica.
Per esempio, ti chiedo, mentre stai leggendo queste righe…
sei comodo in questo momento?
Molti di noi passano l’intera giornata seduti sul posto di lavoro con i muscoli tesi e contratti, tanto che la sera ne risentono fisicamente.
Se ti sei appena accorto di non esserlo…
…prenditi un minuto per cambiare posizione, fare un respiro profondo per tornare nuovamente a leggere.
Come stai adesso?
Esercitare consapevolezza significa questo: ascoltarsi, osservare le proprie percezioni sensoriali, emozioni e pensieri senza esserne silenziosamente travolti.
Questo vuole essere solo un piccolo spunto di riflessione rispetto alla mole di strategie che possiamo apprendere con la pratica.
A cosa serve l’osservazione?
Per smettere di cadere nel “tranello mentale” di identificarci con un solo aspetto di noi o con un nostro pensiero, ad esempio:
“non riesco a fare questa cosa”
diventa troppo spesso
“sono un’incapace”
La verità è che, spesso, siamo noi i primi a giudicarci e a pretendere troppo da noi stessi. Potrai convenire con me che le situazioni sono complesse ma noi non ci accorgiamo di renderle ancora più complicate…
…ma se porterai questa attenzione nella tua vita, potrai davvero trarne un beneficio.
Qualsiasi sia la tua situazione in questo momento, da un punto di vista lavorativo o personale, migliorando la tua capacità di ascoltarti, potrai migliorare il tuo stato di benessere, a partire da te.
La storia di Ilaria può essere anche la tua storia
Ilaria ha saputo cogliere questo momento di crisi come occasione di crescita, intraprendendo un percorso di consapevolezza:
Da quando ho iniziato a praticare esercizi di respirazione e di Mindfulness, che posso tranquillamente esercitare anche nei momenti più faticosi mentre lavoro, la mia vita è cambiata. Ho ripreso a lavorare con più serenità e motivazione, sono meno irritabile con colleghi e familiari; lo stress non è più una valanga che mi travolge, ma è qualcosa che riesco a gestire con un altro spirito.
La storia di Ilaria dimostra come cambiare il nostro approccio alle situazioni possa davvero modificare la qualità della nostra esperienza in merito.
Una pratica di consapevolezza
Per questa ragione, alcune delle più grandi aziende al mondo hanno iniziato a investire sul benessere dei propri dipendenti, facendo loro seguire corsi di Mindfulness e notando un reale miglioramento nella prestazione lavorativa delle persone.
La Mindfulness, oltre a essere un metodo efficace (provato ormai da più di 5000 ricerche scientifiche), può diventare un vero e proprio stile di vita.
Vivere con consapevolezza può permetterti di affrontare le sfide che la vita ti riserva e renderti davvero capace di gestire stress, ansia e tensioni sul lavoro e nella vita.
Così è stato anche per me. Anche per questo ho deciso di formarmi per condividerlo con gli altri.