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Dott.ssa Laura Calosso | Psicologia Creativa

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consulenza psicologica

Lutto e separazione

19 Novembre 2021 by Laura Calosso Leave a Comment

Lutto e separazione

6 passi per gestire il vuoto della perdita

Ci sono due cose di cui puoi essere certo nella vita: del cambiamento e della morte. Questo può avere sostanzialmente 2 effetti su di te: impaurirti o rassicurarti.

Sta a te la scelta.

  • Se scegli la via della paura è possibile che ogni cosa non potrà far altro che travolgerti e farti sentire impotente e senza controllo. In questo caso è probabile che svilupperai dei sintomi nel tempo.
  • Se scegli la strada della rassicurazione puoi abbandonarti con fiducia (che non significa passività) alla realtà della vita, accogliendo i cambiamenti e la morte in modo nuovo.

In Tibet credono fortemente che prima accogliamo la fine delle cose (la morte e cambiamenti) e prima ci rendiamo davvero disponibili all’esperienza piena del vivere. Che rapporto hai con la morte? Con morte intendo anche con la fine di ciò che conosci per come lo conosci. Se non ci hai ancora riflettuto penso potrebbe essere già davvero uno spunto importante su cui riflettere. D’altronde nella vita spiritualmente moriamo e nasciamo numerose volte fino all’ultima, quella definitiva del corpo. A me personalmente piace vedere ogni cambiamento come un trasloco interiore in cui riordinare scatole piene di ricordi ed oggetti.

Storie di scatole e traslochi interiori

Nei momenti della nostra vita in cui facciamo l’esperienza di un grande cambiamento dato da un importante episodio della nostra vita, viviamo una sorta di trasloco interiore.

Che si tratti della perdita (o del distacco permanente) di una persona che abbiamo amato o di una parte di noi, quando succede sembra che ogni cosa improvvisamente non sia più al suo posto.

È possibile passare attraverso diverse fasi, dal rifiuto all’accettazione. L’unica certezza è che, ad ogni passo, il dolore diventa un carico inevitabile.

È come se tutto ciò che vi riguarda si riponesse in grandi scatole.
Riponi oggetti, memorie e pensieri che appartengono alla vostra storia, legata a un passato che in alcuni casi non c’è più, o si è trasformato nel tempo.

Può succedere che alcune cose si perdano durante il trasporto, o che altre emergono facendoci scoprire qualcosa che prima non conoscevamo di noi stessi o degli altri.

Resta di fatto che, se per il dolore o la rabbia decidi di ignorare il contenuto di alcune di queste scatole, resteranno soltanto volumi ingombranti dentro di te.

Non esiste una sola via per affrontare il lutto, al contrario ciascuno trova un modo del tutto unico di elaborarlo.

C’è chi sente la necessità di tenere con sé oggetti, visitare luoghi significativi, avvicinarsi alla spiritualità, chi invece sente la necessità di fare tutto il contrario. Importante: ogni bisogno ha uguale valore e dignità di esistere. Ricordalo soprattutto quando compari il tuo dolore con quello di altre persone che

Si possono perdere persone ma anche parti di sé: ad esempio tutti noi quando cresciamo rinunciamo in qualche misura alla nostra natura di essere bambini o figli. D’altronde tutto cambia con il passare del tempo, che ci piaccia o meno.

Se hai vissuto o stai vivendo un lutto o una separazione importanti, sai bene che cosa significa convivere con l’assenza. Tuttavia credo sia importante trovare uno spazio di condivisione del vissuto per permetterti di elaborarlo profondamente. Uno spazio che includa la mente e i pensieri ma anche il corpo fisico e i sentimenti.

Il corpo del vuoto

Fotogramma tratto dal video della canzone Gravity (Coldplay)

Quando si parla di assenza, spesso si perde di vista il fatto che anch’essa abbia un corpo.

Il vuoto dato da qualcuno o qualcosa che non c’è più, crea uno spazio dentro di noi fatto di pensieri, emozioni e sensazioni fisiche importanti.

Nel percorso verso l’accettazione, lasciandoci abbattere dal peso della mancanza, possiamo arenarci in uno stagno di sconforto, colpa e rimuginio di pensieri come “non potrò mai più stare bene”. Molti pazienti mi dicono “se solo avessi fatto…” e mi rivelano spesso di provare rimpianti e sensi di colpa su tutto ciò che non è stato.

Se ti ritrovi in questa esperienza lascia che ti dica:

Sentirti in colpa non farà tornare indietro le lancette del tempo. Non c’è controllo che tu possa esercitare sul passato. Se davvero hai dei rimpianti l’unica cosa utile che puoi fare oggi è imparare dal passato e non commettere più gli stessi “errori”(se così possiamo chiamarli). Puoi impegnarti ad aiutare le altre persone oppure, come spesso accade, riconoscere che quella era l’unica cosa che potevi fare per la persona che eri in quel momento della tua vita.

Incontrare il dolore e la perdita di una persona cara può anche darti tanto:

Per prima cosa realizzi quanto ogni singolo istante sia davvero prezioso.
Impari a non dare nulla per scontato e può nascere in te l’esigenza di dare nuove priorità alle tue scelte e al tuo tempo. 

Come superare il vuoto della mancanza:

Di seguito voglio offrirti 6 suggerimenti su questo tema, consapevole del fatto che tutto ciò che andrò a dire sarà da leggere in base al momento specifico in cui ti trovi rispetto all’elaborazione di ciò che hai vissuto:

1 – Accogli il dolore e prova a dargli una forma

I naturali sentimenti di disperazione e sofferenza che seguono una perdita hanno un enorme valore e meritano di essere vissuti fino all’ultima lacrima o urlo di disperazione. In una prima fase è fondamentale dare dignità proprio all’espressione del proprio proprio stato d’animo, contando anche sul sostegno e il raccoglimento di persone care. Ascolta i tuoi bisogni e assecondali ma, nel caso in cui dovessi desiderare l’isolamento totale, ricordati di farlo senza perdere l’occasione di dare forma e senso a ciò che stai provando. Cosa voglio dire? esprimi le tue emozioni. Puoi scegliere di farlo in tanti modi, ad esempio scrivere su un quaderno finché ne senti la necessità. Qualsiasi cosa decida di fare permetterti di esprimere le tue emozioni ti permetterà di elaborarle e, un domani, lasciarle andare.

2- Non credere “se lascio andare vuol dire che amo di meno”

Molte persone credono di poter portare con sé il dolore per tenere in vita la persona che hanno perso (o la speranza in caso di separazioni o divorzi). La verità è che non è così: lasciare andare il dolore non significa togliere valore a ciò che è stato. Credo sia importante che ne diventi consapevole soprattutto se questo peso ti accompagna da anni.

3- Assapora le piccole cose del presente

L’esperienza della perdita può, che si tratti di un lutto o di una separazione, può confonderti e farti sentire “in balia” di ogni cosa. Se questo sentimento prende il sopravvento  Se non ci permettiamo di esprimerle, tenderanno a rimanere bloccate dentro di noi, generando anche a distanza di anni sintomi psicosomatici del tutto inaspettati. È naturale che il pensiero vada a rivedere tutti i momenti passati insieme, ma più ti ci immergi e più sprofondi nel pantano della mancanza.
Nella tua quotidianità, prendi la buona abitudine di riportare l’attenzione al presente. Ad esempio con esercizi di focalizzazione sul respiro o semplicemente osservando con attenzione ciò che ti circonda nel tragitto che percorri tutte le mattine andando al lavoro o a scuola.

4 – Riorganizza il tuo tempo e le priorità

Gli eventi importanti della nostra vita ci fanno cambiare prospettiva. Più siamo flessibili a questi cambiamenti e meno ci lasciamo travolgere. Forse ti sarà utile rivedere le tue priorità e riorganizzare il tuo tempo. Conquista del tempo di qualità con te stesso e con le persone che ami. Ti permetterà di coltivare il tuo benessere e rendere più assimilabile l’esperienza. Pensi di non avere tempo? io e te sappiamo che non è vero: se hai tempo per rimuginare su ciò che è stato e per stare nel dolore, sono certa che tu abbia anche tempo per fare qualcosa che ti appassioni o ti rilassi. Magari qualcosa che vorresti fare da tanto tempo ma al quale non hai ancora dedicato a pieno le tue energie? Se ti venisse da pensare “ormai è tardi per dedicarsi a questo” prendi spunto dalle parole di Confucio: Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso.” Quindi piuttosto che rimproverarti trova il tempo per prendere in mano la tua vita.

5 – Prenditi cura del tuo corpo

Dedicare del tempo all’attività fisica (di qualunque livello o forma) e alla cura del proprio corpo può aiutarti molto in questa fase. Potrebbe trattarsi di seguire lezioni di yoga o meditazione ma anche farsi fare un massaggio, o ancora andare a fare lunghe passeggiate per i sentieri in collina. L’importante è mettersi in moto e non trascurare anche il benessere del proprio corpo, soprattutto se si è costretto a trascorrere molto tempo seduti durante la giornata.

6 – Non temere di chiedere aiuto

Se le hai già provate tutte per reagire senza aver ottenuto i risultati sperati, ti chiederai – “ritroverò la mia serenità? – “e se davvero decidessi di affidarmi a qualcuno, sarà in grado di aiutarmi?”.
Può capitare a tutti avere momenti di difficoltà, l’importante è prenderne consapevolezza per riprendere la propria vita in mano il prima possibile.

Se percepisci la presenza ingombrante di memorie, dolore e pensieri legati a una perdita e vuoi ritrovare quella leggerezza e serenità interiori che sembrano oggi così lontane, affidati a un professionista.

Insieme a un terapeuta, anche con il sostegno del metodo EMDR, si può fare davvero molto per trasformare la propria vita e trovare un proprio nuovo equilibrio.

Senti la necessità di parlarne? Scrivimi

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Filed Under: Psicologia e Benessere Tagged With: assenza, chiedere aiuto, consulenza psicologica, cura, depressione, il corpo del vuoto, lasciare andare, lutto, malinconia, mancanza, psicologo, psicologo a Genova, psicologo a Torino, separazione, solitudine, tristezza, vivere il presente, vuoto

Attacchi di panico

10 Dicembre 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Attacchi di panico

Come riconosco un attacco di panico?

Gli attacchi di panico consistono nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, in cui si verificano quattro (o più) dei seguenti sintomi:

  • Palpitazioni o tachicardia
  • Sudorazione
  • Tremori
  • Sensazione di soffocamento
  • Sensazione di asfissia
  • Dolore o fastidio al petto
  • Nausea o disturbi addominali
  • Sensazioni di vertigine o di svenimento
  • Brividi o vampate di calore
  • Sensazioni di torpore o di formicolio
  • Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (sensazione di essere distaccati da se stessi)
  • Paura di perdere il controllo
  • Paura di morire

Hai  bisogno di aiuto per gestire gli attacchi di panico? Contattami

3 tipi di attacco di panico

Gli attacchi di panico si possono manifestare in diversi disturbi d’ansia. In base alle modalità di esordio della sintomatologia e alle cause scatenanti si possono distinguere 3 tipi di attacco di panico:

  1. attacchi di panico inaspettati: compaiono come un “fulmine a ciel sereno”, senza che la persona possa prevenirne l’insorgenza (il panico arriva anche durante attività quotidiane).
  2. attacchi di panico causati dalla situazione : i sintomi emergono in particolari condizioni ambientali o in presenza di un contesto specifico (ad esempio ogni volta che la persona parla in pubblico)
  3. attacchi di panico sensibili alla situazione: i sintomi compaiono frequentemente, ma non sempre, in certe situazioni (ad esempio la persona può essere colta da un attacco di panico mentre guida l’auto, ma non sempre)

“Posso fidarmi di me?”

Dopo il primo attacco di panico emerge la paura che l’episodio possa ripetersi.
Questa preoccupazione rende le persone molto sensibili alle proprie percezioni psicofisiche, si inizia a mettere in dubbio le proprie sensazioni e/o pensieri:
“starò respirando bene?”; “sto ragionando correttamente?”; “vedo i miei punti di riferimento?”; “è presente qualcuno di familiare?”; “riuscirò ad orientarmi per tornare a casa?”; “le mie gambe, il mio cuore, mi reggeranno?” (Francesetti G., 2005, p.62).

Attacco di panico
come perdita improvvisa di sicurezza

Chi ha vissuto l’esperienza del panico, sa cosa significa perdere il proprio senso di sicurezza.

Ciò che avviene è l’improvvisa perdita del “terreno (dall’inglese ground) sotto i propri piedi”, come descritto di seguito in prima persona da un paziente (Francesetti G., 2005, p.61):

Stavo andando a fare una commissione e all’improvviso mi sono accorto di essere lontano da casa mia, ho sentito mancarmi la terra sotto i piedi, la testa si è svuotata, non riuscivo più a respirare e ho avuto il terrore che stessi per morire.

A crollare sono le sensazioni fisiche più abituali e familiari , quelle “che costituiscono il ground di sicurezze scontate del sé” (Spagnuolo Lobb, 2001, p. 94).

Nell’ottica della Psicoterapia delle Gestalt durante l’attacco di panico “è lo sfondo che di colpo crolla: infatti l’intervento di sostegno immediato è proprio quello di riconnettere l’organismo al terreno: appoggiare i piedi per terra, sedersi, respirare a fondo, fornire aria fresca, fare spazio, dare tempo, ricondurre a luoghi o persone familiari” (Francesetti G., 2005, p.62).

La fatica di evitare

In genere, chi ha avuto esperienza di uno o più attacchi di panico tende a sviluppare la preoccupazione che l’attacco di panico possa verificarsi nuovamente.
Di conseguenza si sviluppa la tendenza ad evitare tutte una serie di situazioni che vengono considerate “a rischio”dalla persona, ad esempio si tende a evitare:

  • il luogo/la condizione dove, per la prima volta, si è presentato l’attacco di panico
  • luoghi affollati e/o isolati
  • di stare da soli
  • di svolgere attività fisica
  • luoghi dove risulta difficile svincolarsi o uscire e poter tornare in posti familiari

Questa insicurezza di fondo, spesso richiede faticosi accorgimenti per sentirsi al sicuro. I comportamenti protettivi più diffusi sono: portare con sé farmaci per l’ansia, muoversi solo in zone in cui sono presenti strutture mediche, allontanarsi da casa solo se accompagnati da persone di fiducia, tenere sempre sotto controllo le uscite di sicurezza.

Quando la vita della persona è condizionata dall’evitamento si parla di disturbo da attacchi di panico.

Ogni sintomo porta con sé un messaggio

La condizione di chi vive con il timore di questi incombenti attacchi, diventa sempre più complessa qualora non si intervenga con un sostegno psicologico (accompagnato per un periodo, se necessario, da un sostegno farmacologico).

Ogni sintomo porta con sé un messaggio, anche l’attacco di panico. È importante parlare con un professionista per superare questo momento, soprattutto se la condizione continua a perdurare o peggiorare, creando vere e proprie limitazioni nella tua vita.

Contattami per parlarmi della tua storia, ti aiuterò a ritrovare la direzione verso l’armonia e il benessere, anche con l’aiuto di tecniche di respirazione e di rilassamento come il Training Autogeno.

Bibliografia

American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.

Francesetti G., a cura di (2005). Attacchi di panico e postmodernità. La psicoterapia della Gestalt tra clinica e società. Milano: FrancoAngeli.
Francesetti G. (2014c). La psicoterapia della Gestalt con il disturbo di panico. In: Francesetti G., Gecele M. e Roubal J., a cura di, La psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto. Milano: FrancoAngeli.

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Filed Under: Disturbi Psicologici Tagged With: adattamento creativo, Ansia, attacchi di panico, consulenza psicologica, Disturbi d'Ansia, evitamento, fondamenti della gestalt, panico, sintomi attacco di panico, sostegno specifico psicologico, training autogeno

Ansia e fobie

23 Marzo 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Ansia e fobie

L’ansia è una condizione umana.

Prima di inoltrarti nella descrizione dei principali disturbi d’ansia ti invito a riflettere sul fatto che tutti noi possiamo riconoscerci in alcuni dei tratti descritti di seguito, senza soffrire di un vero e proprio disturbo.

Un moderato livello d’ansia può dimostrarsi vantaggioso per la nostra riuscita personale e professionale.

Il problema sorge quando la nostra vita ne risulta sopraffatta,
limitandoci ai margini della nostra esistenza.

Se stai iniziando a limitare la tua vita per evitare le situazioni che ti suscitano ansia e/o stress, sappi che esistono diversi metodi e tecniche specifiche per affrontare e trattarla.

Non cadere nella tentazione di dare un’etichetta al problema che ti riguarda e chiuderti alla possibilità di uscirne. Inizia piuttosto a renderti consapevole del fatto che, come è successo a te, anche altre persone ne hanno sofferto e ne sono uscite.

La buona notizia è che puoi reagire a ciò che ti sta accadendo (o aiutare la persona a te casa alla quale sta succedendo).

Il coraggio non è assenza di paura, ma non è altro che paura sostenuta dal respiro

Senti il bisogno di un sostegno per gestire l’ansia? Contattami per un primo appuntamento

I principali disturbi d’ansia sono

Fobia specifica

Una fobia specifica si caratterizza come un vissuto di paura e/o ansia eccessive e marcate verso un oggetto o una situazione particolare. 

Tra le fobie più diffuse vi sono quelle per: animali (ragni, insetti, cani, ecc..); ambienti naturali (altezze, temporali, acqua, ecc..); sangue e ferite (aghi, trattamenti medici invasivi, ecc..); spazi chiusi (aeroplani, ascensori, trasporti e luoghi senza via di fuga immediata, ecc..).

Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale)

La fobia sociale è caratterizzata da una marcata o intensa paura e/o ansia relativa alle situazioni sociali, in cui l’individuo può essere esaminato dagli altri o teme di essere giudicato negativamente. Le persone che soffrono di questo disturbo tendono a ritirarsi ed evitare le interazioni con gli altri (ad esempio evitano di mostrarsi, parlare o esibirsi in pubblico, partecipare ad eventi collettivi, ecc..)

Attacchi di panico

Gli attacchi di panico possono originarsi sia in seguito a eventi attesi e/o temuti, sia senza che vi sia un elemento scatenante chiaro. L’attacco di panico si avverte con la comparsa di paura o disagio improvvisi e intensi, in cui si verificano quattro (o più) dei seguenti sintomi:

  1. Palpitazioni o tachicardia
  2. Sudorazione intensa
  3. Tremori
  4. Dispnea o sensazione di soffocamento
  5. Sensazione di asfissia
  6. Dolore o fastidio al petto
  7. Nausea o disturbi addominali
  8. Sensazioni di vertigine o di svenimento
  9. Brividi o vampate di calore
  10. Parestesie (torpore o formicolio)
  11. Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (sentirsi distaccati da sé stessi)
  12. Paura di perdere il controllo
  13. Paura di morire

Una persona che manifesta frequenti attacchi di panico inaspettati (per cui non sembra esserci un chiaro elemento scatenante) può sviluppare quello che viene definito disturbo di panico.

Agorafobia

Si definisce agorafobia una marcata paura o ansia relativa a due (o più) delle seguenti situazioni:

  1. Utilizzo dei trasporti pubblici (autobus, treni, metro, ecc..)
  2. Trovarsi in spazi aperti (parcheggi, mercati, ponti, ecc..)
  3. Trovarsi in spazi chiusi (teatri, negozi, cinema ecc..)
  4. Stare in fila oppure tra la folla
  5. Essere fuori casa da soli

La persona tende ad evitare queste situazioni perché teme che possa avvenire qualcosa di terribile, che sia difficile fuggire oppure che potrebbe non essere disponibile il soccorso nel caso in cui dovessero sentirsi male. Le situazioni quindi vengono evitate o richiedono la presenza di un accompagnatore, o vengono sopportate con paura e/o ansia intense. L’evitamento può diventare talmente grave che la persona si ritrova costretta in casa.

Per approfondire il tema potrebbe interessarti anche l’articolo riguardante come lasciare andare ansia e stress.

Ti capita di vivere sintomi come quelli descritti ? Contattami per un primo appuntamento

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Disturbi del sonno

2 Dicembre 2017 by Laura Calosso Leave a Comment

Disturbi del sonno

Il mantenimento di un buon equilibrio del ciclo sonno-veglia è fondamentale per il nostro benessere psicofisico.

La persistenza nel tempo di un disturbo del sonno, sia esso di origine fisica (per malattie o dolori) o psicologica (per ansia, stress o depressione) può portare a gravi conseguenze su tutto l’organismo.

Quando si parla di disturbi del sonno si fa riferimento a una vasta categoria di quadri sintomatologici.

I principali disturbi del sonno sono:

  • Insonnia
  • Ipersonnia (o ipersonnolenza)
  • Narcolessia
  • Disturbi correlati alla respirazione (come le apnee notturne)
  • Parasonnie (quali il disturbo da incubi o la sindrome delle gambe senza riposo)

Di questi, il disturbo più frequente è sicuramente l’Insonnia:

L’insonnia è sicuramente il disturbo del sonno più comune, che si manifesta principalmente con la difficoltà di addormentarsi nonostante se ne senta il bisogno.

Si parla d’insonnia quando si presentano uno o più dei seguenti sintomi:

  • difficoltà ad addormentarsi
  • frequenti risvegli notturni
  • risveglio precoce al mattino
  • percezione di avere un sonno non riposante

Tali sintomi sono spesso accompagnati da spossatezza, difficoltà di concentrazione e memoria, umore depresso o ansioso e sonnolenza persistente durante il giorno.

Come superare questa situazione?

Affidarsi all’aiuto di un professionista, ricercando una consulenza psicologica, può sicuramente aiutarti a comprendere la natura della sintomatologia, per andare ad agire sulle cause del disturbo.

È possibile, inoltre, apprendere uno strumento come il Training Autogeno, che va ad agire dall’interno come sostegno benefico ai sistemi nervoso, endocrino e immunitario.

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Filed Under: Disturbi Psicologici Tagged With: consulenza psicologica, Corso di Training Autogeno, disrturbi correlati alla respirazione, disturbi del sonno, disturbo da incubi, insonnia, ipersonnia, narcolessia, parasonnie, ritmo circadiano, sonnolenza, training autogeno

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