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Dott.ssa Laura Calosso | Psicologia Creativa

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benessere

La goccia del cambiamento

1 Dicembre 2020 by Laura Calosso Leave a Comment

Spesso reagiamo solo quando trabocca il vaso!
La goccia del cambiamento 

Ricordo, come fosse ieri, la prima volta che lessi di Leonia: una delle città che Italo Calvino immaginò descritta da Marco Polo a Kublai Khan nel suo celebre libro “Le città Invisibili” (1972).In quegli anni la raccolta differenziata era ancora un miraggio (o per lo meno lo era a Genova), ma s’iniziava a diventare sensibili rispetto ai temi che la globalizzazione stava inevitabilmente iniziando a diffondere tra le persone. Nella Leonia di Calvino, ogni giorno le persone indossavano un abito nuovo e buttavano via tutto ciò che avevano utilizzato ieri, sostituendolo. 

Il risultato?

Montagne di rifiuti venivano accatastati alla periferia della città e nessuno se ne preoccupava finché non divenivano un problema enorme per la loro impossibilità di essere smaltiti. Forse ti starai chiedendo in che modo Leonia sia correlata alla tua crescita personale… in questi giorni in cui si parlava moltissimo dell’emergenza clima, riflettevo proprio su quanto Leonia rispecchiasse la tendenza di noi esseri umani a prenderci cura di noi stessi (e delle cose che ci circondano), soltanto quando la situazione che stiamo vivendo diventa insostenibile!
Ama la goccia che fa traboccare il vaso, 
è nascosto lì dentro ogni cambiamento.
La Leonia che è in noi

Non serve ricorrere a particolari esempi per dimostrare che esista in noi la tendenza a intervenire solo dopo aver realizzato le conseguenze disastrose di un nostro atteggiamento, fino a quel momento sottovalutato:
– Prendiamo una decisione solo quando siamo messi alle strette o non abbiamo più alternativa
– Ci prepariamo per un esame o per un incontro importante soltanto quando mancano pochi giorni (o poche ore!)
– Andiamo dal medico o dallo psicologo quando la nostra sofferenza diventa insostenibile, limitando la nostra vita
– Ci accorgiamo di essere troppo stressati solo quando abbiamo esaurito ogni energia
– realizziamo che il nostro lavoro o la nostra relazione non ci rendono felici soltanto dopo mesi (se non anni) di insoddisfazioni e frustrazioni represse
– Su larga scala iniziamo a controllare a tappeto la reale situazione di tutti i ponti d’Italia solo dopo il crollo del Morandi
– Ci preoccupiamo del Pianeta quando ormai la situazione sta prendendo una piega senza precedenti
Potrei andare avanti per ore……ma non lo farò perché ciò di cui realmente desidero parlarti oggi è l’importanza della goccia che fa traboccare il vaso. 
In quella goccia si racchiude tutta la nostra forza,
la nostra capacità di reagire nonostante tutto.
La goccia che ci permette di reagire

Sicuramente abbiamo molti limiti in quanto esseri umani ma la goccia che fa traboccare il vaso ci fa reagire! esattamente come la sofferenza e il dolore ci fanno realizzare di dover cambiare attivamente qualcosa nella nostra vita se vogliamo stare bene.

Se senti che il tuo vaso è in una condizione limite, prendi in mano la tua vita adesso: può essere che tu abbia trascurato i tuoi reali bisogni, oppure che questi siano cambiati con il tempo.
Non temere: considera la tua vita formata per il 10% da ciò che ti accade e per un buon 90% da come reagisci a quello che ti accade.
 
..il tuo vaso sta per traboccare? Clicca qui e riparti da te!
Se invece in questo periodo della tua vita senti che il tuo vaso sia lontano dal traboccare, rifletti comunque su quali siano i tuoi attuali bisogni!

Se non non stai vivendo un momento di emergenza
 ti invito a riflettere sull’importanza di prenderti cura del tuo benessere soprattutto adesso, per prevenire ancora prima di curare eventuali sintomi, fisici o psicologici, che potrebbero insorgere nel caso in cui non facessi nulla per fermarne la comparsa.

C’è sempre qualcosa da migliorare!
Nel tuo caso, di quale sfera della tua vita puoi iniziare a prenderti cura?
Se non sai da dove iniziare e temi di non avere il tempo per farlo, non rimandare e piuttosto prendi un appuntamento, in agenda, con te stesso!
Ricorda: non è mai troppo tardi per migliorarsi.
Se vuoi di più, diventa di più.
Se hai piacere di condividere con me le tue riflessioni personali su questo tema contattami. Sarò felice di sostenerti nel tuo percorso di crescita!

Filed Under: Riflessioni Tagged With: Ansia, benessere, cambiamento, crescita personale, depressione, italo calvino, leonia, Psicologia, psicologo genova, psicoterapia, reagire, stare bene con se stessi

Il segreto per la felicità?

10 Settembre 2019 by Laura Calosso Leave a Comment

Il segreto per la felicità?

..esercitare la tua gratitudine, ogni giorno!

La felicità è uno stile di vita, nasce dalla sana abitudine di apprezzare ciò che hai, piuttosto che dalla cattiva abitudine di concentrarti su ciò che ancora non hai.

È qualcosa che, in qualche misura, va di controtendenza con ciò che sei abituato a fare quotidianamente: pensare a tutti i problemi che si presentano nella tua giornata.

lI segreto è quindi andare contro la tendenza del tutto normale, in quanto legata alla sopravvivenza, di pensare ai problemi. Il che non significa non occuparti più di come risolvere le questioni quotidiane, quanto piuttosto dare voce anche ai punti di forza delle tue giornate e ai momenti piacevoli che la vita ti sta già riservando, anche se non ci poni l’attenzione.

Se vuoi diventare una persona più serena e felice puoi iniziare fin da subito a esercitare la tua gratitudine.

Ecco le 3 fasi per esercitare la gratitudine
ed essere più felice:

1 – Presta attenzione a ciò di cui sei grato.

Spesso le cose più importanti nella tua vita sono quelle che stai dando già per scontate. Potrebbe trattarsi di persone (partner, parenti, amici o colleghi, clienti o persone che sono state importanti anche solo per un periodo della tua vita), animali, esperienze vissute, elementi naturali o luoghi, il cibo che mangi o qualsiasi cosa che ti renda sereno o felice nel quotidiano.

2 – Scrivi di cosa (o con chi) ti senti grato.

Prima di andare a dormire, per almeno una settimana fai un elenco di 5 cose/persone che ti rendono grato e se ti sembra di non avere nessuna ragione per esserlo: ricorda di cercare nelle cose che dai per scontate.

3 – Esprimi la tua gratitudine.

Scegli una delle cose che hai scritto durante la settimana e, se si tratta di una cosa, chiediti: a chi devo essere grato per questo? Se te la senti comunicalo proprio al diretto/a interessato/a..ma ricorda: fallo senza aspettative: il fatto che tu abbia deciso di portare la tua gratitudine a una persona non implica automaticamente che lui/lei debba essere grato con te per questo tuo gesto. È qualcosa che devi sentire col cuore, senza desiderare nulla in cambio!

La gratitudine è un circolo virtuoso!
Vedrai che più sarai sinceramente grato e più, a tua volta, riceverai gratitudine.

Cosa aspetti? Inizia da ora, sei già a un passo dall’essere più felice di quanto non lo fossi prima.


Voglio iniziare anch’io con te: “di cosa sono grata oggi?”

Stamattina a colazione ho guardato una puntata di our planet (il nostro pianeta). Si tratta di una serie documentaristica, che forse già conoscerai, dedicata alla natura e ai cambiamenti (climatici e non) che stanno avvenendo sul nostro pianeta. 

Mi ha colpito molto la storia di una mandria di elefanti della Namibia che, a causa della scarsità di cibo nelle zone solitamente da loro abitate, si trovava a migrare per chilometri e chilometri, guidata dalla memoria un’esemplare femmina molto anziana che li stava portando in un posto ricco di nutrimento, da lei visitato molti anni prima.

Osservando queste brevi riprese ho riflettuto sull’importanza di ciò che mi è stato tramandato. In particolare ho provato un profondo senso di gratitudine verso mia nonna Silvana, che mi ha insegnato ad apprezzare molte cose, tra cui la buona cucina.
Mi sono sentita ancora più grata perché nonostante i suoi 96 anni d’età posso ancora telefonarle per dirglielo, ricevendo come risposta “ma davvero? giovedì allora cosa vuoi che ti faccia per pranzo?”
Non è un caso che mi sia venuta in mente proprio lei: è conosciuta da tutti per la sua memoria da elefante e perché, pur avendo perso quasi del tutto la vista, ha sviluppato un tatto sopraffino: vive ancora da sola, cucina con mani esperte e ricorda i numeri di telefono tutti a memoria.

Cosa voglio dirti con questo.. a parte suggerirti, nel caso in cui non lo abbia già fatto, di guardare anche tu Il mio pianeta?


Che, qualsiasi sia la tua storia, essere felice è una scelta che può diventare un’abitudine e così, un allenamento quotidiano!

Se sei curioso, qui trovi il trailer italiano di Our Planet, chissà che anche tu non possa trarne ispirazione:

A presto!

Laura

Filed Under: Riflessioni Tagged With: benessere, felicità, gratitudine, Meditazione, Psicologia, psicologo a Genova

Il dilemma dell’autenticità

14 Luglio 2019 by Laura Calosso Leave a Comment

Il dilemma dell’autenticità

“Essere” o “dover essere”? È il dilemma dell’autenticità

Ieri pomeriggio, sfogliando “La Terapia Gestaltica Parola per Parola” di Fritz Perls, ho avuto modo di riflettere su uno dei problemi forse più diffusi dei nostri tempi: essere o dover essere?

Spesso non ne siamo consapevoli. Per questo può essere utile spendere qualche minuto a riflettere sul se e quanto ci riguardi da vicino:

Sei più disposto a perseguire la realizzazione autentica di te stesso (l’essere) o la realizzazione dell’immagine di te stesso in base alle aspettative o convinzioni degli altri (il dover essere)?

Sono molti quelli che dedicano la propria esistenza a realizzare una loro concezione di come dovrebbero essere, invece di realizzare se stessi. Questa differenza tra realizzazione di sé e realizzazione della propria immagine di sè è molto importante. La maggior parte delle persone vive soltanto per la propria immagine.

F. Perls

Ecco che l’essere o non essere, alla radice dell’indecisione che impediva ad Amleto di agire, si rinnova oggi nella questione dell’essere o dover essere. Un dilemma che credo possa considerarsi, ad oggi, uno dei punti cardine della sofferenza del nostro vivere moderno.
Infondo a questo articolo troverai un esercizio pratico per iniziare a riflettere su questo tema.. buona lettura!

Quando i “dover essere” creano sofferenza?

Come puoi immaginare, per perseguire un’immagine ideale di come dobbiamo essere, ci basiamo su un’idea e/o su giudizio rispetto a ciò che sia giusto o adatto fare, in base all’immagine cui vogliamo tendere. Per tendere a questo ideale, in qualche modo, esercitiamo un controllo.

Il problema del controllo

Più siamo impegnati a perseguire il nostro ideale di come dobbiamo essere, più esercitiamo un controllo e più tendiamo a mettere in atto comportamenti rigidi che spesso, paradossalmente, vanno a interferire con la nostra vita.

Ogni tipo di controllo esterno – anche il controllo esterno interiorizzato del “tu dovresti” – interferisce con il funzionamento sano dell’organismo

F. Perls

In questo senso, a partire da un’ideale interiorizzato di come dovremmo essere, tendiamo a rispondere in modo ripetitivo, in quanto familiare e rassicurante, senza rischiare la novità di entrare davvero in contatto con l’altro o con l’ambiente che ci circonda senza esercitarvi un controllo.

Paradossalmente crediamo di poter controllare l’ambiente col nostro comportamento: “se sarò impeccabile, sarò accettato dagli altri”, ma come ben sappiamo, il fallimento di questo assunto nasce dal momento stesso in cui viene applicato in modo rigido. Inoltre essere impeccabili non determina automaticamente l’accettazione da parte degli altri, anzi, la nostra rigidità nell’essere sempre impeccabili potrebbe divenire persino ragione di antipatia nei nostri confronti da parte di colleghi e/o amici.

Credo che tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo trovati a fare i conti tra una spinta spontanea del nostro essere, in contrasto con l’ideale di come riteniamo piuttosto di dover essere. Questo, a volte, crea confusione nelle nostre scelte, facendoci perdere di autenticità e spontaneità.

L’ideale di me…

Perls chiamava questa attitudine la maledizione dell’ideale, si riferiva alla maledizione del non dover essere ciò che si è.

Perché perseguire un ideale? Forse perché non riteniamo di essere abbastanza? Forse perché abbiamo imparato che per essere amati o stimati abbiamo bisogno di confermare le aspettative degli altri?

…dove l’ho imparato?

Spesso l’ideale cui tendi è qualcosa che hai interiorizzato fin da tempi remoti. Ti accorgi che è così quando alla domanda “chi ha deciso che devo essere così?” rispondi “io” oppure “non lo so” e alla domanda “da quanto è così?” tendi a rispondere “da sempre”.

Un esercizio per te

Quali sono gli ideali, che ti condizionano nella quotidianità?

1 – Scrivi i 7 “devo essere..”

Il mio invito, molto pratico, è quello di prendere ora un foglio e di scrivere una lista dei primi 7 “devo essere..” che ti vengono in mente, senza pensarci troppo. Di seguito hai alcuni esempi :

“devo essere impeccabile”;
“devo essere interessante”;
“devo essere bello/a”;
“il mio lavoro deve essere perfetto”…

2 – Completa la frase con “per..”

Una volta evidenziati i tuoi 7 punti, completa ciascuna frase aggiungendo all’ideale l’utilità che lo contraddistingue. Puoi farlo semplicemente aggiungendo “per” come negli esempi di seguito:

“devo essere impeccabile per essere accettato dagli altri”;
“devo essere interessante per piacere agli altri”;
“devo essere bello/a per essere amato/a”;
“il mio lavoro deve essere perfetto per avere la stima dei miei colleghi”…

3 – Dove l’ho imparato?

A questo punto puoi scrivere accanto ad ogni frase dove pensi di averlo imparato ad esempio se in famiglia (con genitori o fratelli) , a scuola o attraverso altre specifiche esperienze della tua vita.

4 – Pratica 7 giorni di consapevolezza

Ora che hai stilato la tua lista di ideali, diventane consapevole nella quotidianità. Il mio invito è quello di associare ad ogni punto un giorno della settimana. Dedica ogni giorno della settimana, a partire da domani, a divenire consapevole del modo con cui tendi a perseguire quell’ideale.

Non ti resta che iniziare a scrivere.. buona pratica!

Se desideri andare a fondo su questo tema non esitare a contattarmi!

Bibliografia

Perls F.(1980), La terapia gestaltica parola per parola, Astrolabio editore.

Filed Under: Psicologia e Benessere Tagged With: Ansia, autenticità, autostima, benessere, citazioni Fritz Perls, consapevolezza, controllo, dover essere, esercizio pratico, ideale, perls, Psicologia, psicoterapia, psicoterapia della gestalt, Stress

Corsi intensivi di benessere

29 Luglio 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Corsi intensivi di benessere

Giornate di benessere integrato

Ogni anno, mi piace proporre una giornata di benessere per condividere quelle principali pratiche di benessere psico-corporee che pratico e insegno con costanza nella mia quotidianità. Ormai dal 2018, insieme alla mia carissima collega Maria Elena Marchionatti, studiamo e proponiamo giornate con pratiche sempre nuove.

Ecco i nostri prossimi appuntamenti:

  1. CIRIÈ (Via Matteotti 16, provincia di Torino) – 1 Febbraio 2020.
  2. GENOVA (Via Pisa 12/7) 28 Marzo 2020.

DI COSA SI TRATTA?
Giornate intensive dedicate al benessere e
all’equilibrio mente-corpo attraverso pratiche guidate di:
Yoga
Mindfulness
Pilates Posturale
Tecniche di respirazione e
Training Autogeno (Rilassamento)

Maria Elena ha una formazione olistica davvero sorprendente:
Alcuni di voi avranno già avuto modo di conoscerla nelle precedenti edizioni…
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– Psicologa
– Naturopata specializzata in Psicosomatica e Nutraceutica
– Operatrice clinica in Training Autogeno e Tecniche Ipnotiche
– Istruttrice di Pilates Posturale e Yoga Integrale

Non è necessario essere praticanti di yoga o meditazione per partecipare. Per il resto non occorre portare nulla, se non un abbigliamento comodo e, se lo desideri, delle calze antiscivolo.

IL COSTO
L’intera giornata ha un costo di 90 euro…
ma se ti iscriverai in anticipo potrai spenderne 70!

DOVE
A Genova in Via Pisa 12/7 (terzo piano)
A Ciriè presso la sede di Via Matteotti 16

INFO/PRENOTAZIONI

Per maggiori informazioni contattami (anche via whatsapp) al numero 3319906917 , oppure compila il seguente modulo:

DEDICATO AI PIÙ CURIOSI:

La primissima giornata di benessere integrato, nasce dopo la mia esperienza in Indonesia nel settembre del 2018.
Durante questo lungo viaggio ho potuto meditare sul Borobudur all’alba, seguire classi di Mindful Yoga nel centro di Ubud (nella magnifica Bali) e ammirare la bellezza di luoghi così diversi e lontani, ma al tempo stesso spiritualmente vicini e familiari.

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Alba sul Borobudur Temple

Prima di partire ho deciso di portare con me un taccuino dove poter scrivere idee, spunti e nuovi progetti. Ed è proprio da qui che è nata l’idea di questa giornata intensiva, dedicata a persone che, come me, si sono avvicinate alla pratica del Training Autogeno e della Mindfulness con un comune obiettivo: STARE BENE!

È bastato poi sentire Maria Elena, scoprendo che aveva iniziato a maturare la mia stessa idea: realizzare un intensivo di benessere integrato con le nostre competenze!

Sarò felice di averti con noi, potrai scoprire quanto la pratica insieme possa essere, oltre che profonda, anche divertente!

Stay tuned/Resta collegato
Laura

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Filed Under: Psicologia e Benessere Tagged With: benessere, Corso di Training Autogeno, eventi benessere, genova, gestire ansia e stress, Meditazione, Mindfulness, Pilates posturale, respirazione, respiro consapevole, rilassamento, tecniche di rilassamento, training autogeno, training autogeno genova, yoga

Training Autogeno per Sportivi

13 Agosto 2017 by Laura Calosso Leave a Comment

Training Autogeno per Sportivi

La competizione è dentro

Chiunque sia vicino al mondo dello sport, per professione ma anche per diletto, sa bene che la gara, il match o la partita sono prima di tutto una competizione con sé stessi.
La più grande sfida per lo sportivo è confrontarsi con i primi limiti, fisici ma soprattutto mentali.

La volontà, la perseveranza, la resilienza e le capacità di controllare le proprie emozioni sono parte integrante della riuscita nel mondo dello sport, sia agonistico che amatoriale.

La pratica del Training Autogeno si è rivelata un aiuto eccellente per sostenere la prestazione psicofisica e per aiutare lo sportivo a sviluppare fiducia in sé stesso, migliorando tanto la performance esterna quanto il vissuto interiore associato ad essa.

Il TA Sport Program

Noi di SomaticaMente abbiamo messo a punto uno strumento rivolto specificatamente al mondo degli sportivi, denominato TA Sport Program.

Il TA Sport Program è una pratica di “allenamento mentale” rivolta a chi pratica qualsiasi sport, di squadra o individuale.
Esso si serve di una serie di psicotecniche, volte al raggiungimento di un maggiore stato di rilassamento e concentrazione nel periodo prima, durante e post attività sportiva.
In particolare abbiamo messo a punto un corso che comprende il training autogeno del protocollo di Schultz, il PMR o rilassamento muscolare progressivo di Jacobson, una selezione delle più efficaci tecniche di imagery (visualizzazione) e di meditazione.

Raggiungi i tuoi obiettivi in 8 settimane


Il TA Sport Program
è una straordinaria opportunità per tutti gli sportivi che vogliano migliorare le proprie prestazioni.

È un metodo semplice, efficace e adatto a tutti. Non presenta controindicazioni e può essere impiegato in qualsiasi fase della pratica sportiva:

  1. nella fase preparatoria volta a fissare gli obiettivi da raggiungere;
  2. nella fase di allenamento per aumentare la resistenza e la concentrazione durante l’apprendimento della tecnica;
  3. durante la performance in gara, per ridurre l’ansia da prestazione;
  4. nel periodo post-gara, per velocizzare il recupero.

Vinci l’ansia da prestazione

Il TA Sport Program si serve di tecniche psicologiche scientificamente validate per permettere il raggiungimento di uno status pscofisiologico caratterizzato da una riduzione del livello di attivazione complessivo dell’organismo, a cui corrisponde un vissuto di calma e tranquillità in relazione alla prestazione sportiva, con una conseguente riduzione dei livelli di ansia e tensione associati.

Parallelamente, tali tecniche, consentono di sviluppare uno stato di consapevolezza e presenza mentale che facilita lo svolgimento di attività ad alte prestazioni, ossia tutte quelle attività che richiedono un elevato livello di attenzione, focalizzazione e capacità di problem solving in tempi molto rapidi.

Supera i tuoi limiti con la presenza mentale

Studi sperimentali hanno dimostrato l’efficacia di tali tecniche di mental training rivolte al mondo degli sportivi, sia per effetto diretto delle tecniche autogene sulla prestazione fisica, sia in relazione al miglioramento delle capacità cognitive associate alle aree visuospaziali e motorie.

Studi scientifici mostrano i benefici associati alle tecniche di mental training.
In particolare si sono evidenziate efficaci per i seguenti ambiti:

  • porsi obiettivi e rimanervi aderenti
  • superare l’ansia pre-gara
  • migliorare la concentrazione
  • ridurre la frequenza respiratoria
  • migliorare la qualità del sonno
  • velocizzare il recupero post-gara
  • diminuire i rischi di traumi
  • migliorare l’efficienza psico-fisica
  • affinare le capacità intuitive e di problem solving
  • sviluppare resistenza e resilienza

Aumenta la resistenza e la velocità di recupero

I risultati suggeriscono l’utilità delle tecniche autogene nello sport, sia durante la performance che durante il recupero post-gara.

Un studio sperimentale svolto da Solberg e collaboratori (2000), è stato rivolto all’analisi del recupero post-gara nei runners. Il trial prevedeva che gli atleti prendessero parte per 6 mesi ad un corso di rilassamento basato sulle tecniche di meditazione e di training autogeno. Alla fine del percorso gli atleti mostravano una maggiore capacità di recupero, valutabile fisiologicamente nella significativa riduzione della percentuale di lattato nel sangue.

Mikicin e collaboratori (2015) effettuarono uno studio su un gruppo di atleti misti, praticanti vari tipi di sport, ai quali veniva indotto uno stato di rilassamento profondo per mezzo del training autogeno supportato da strumenti audiovisivi.

I soggetti che avevano praticato training autogeno dopo 7 mesi mostravano all’elettroencefalogramma cambiamenti significativi relativamente all’ampiezza delle onde alfa a riposo unitamente ad un notevole miglioramento in quasi tutti i componenti del test di Kraepelin (volto a indagare la capacità di attenzione e presenza a sé stessi).

Tali risultati inoltre, venivano mantenuti anche nel periodo successivo, benché l’intervento fosse stato sospeso. Tale studio sperimentale ha mostrato come la combinazione del rilassamento audio-video al training autogeno migliorava sensibilmente la capacità degli atleti di sostenere uno sforzo mentale prolungato.

Il training Autogeno in squadra

L’efficacia delle tecniche di mental training si rileva anche nel miglioramento del tono dell’umore e dello stato d’animo correlato alla pratica. Uno studio (Hashim and Hanafi, 2011), effettuato su giovani giocatori di calcio, a questo proposito ha comparato gli effetti del PMR o rilassamento muscolare progressivo e del training autogeno.
I test post intervento hanno rilevato una riduzione significativa relativamente ai seguenti parametri: confusione, depressione, fatica e tensione.

Inoltre si è evidenziato un aumento dell’attenzione focalizzata e un conseguente miglioramento del gioco di squadra.

Si può dunque affermare come queste tecniche di rilassamento e mental training possano venire efficacemente utilizzate per regolare lo stato d’animo degli sportivi, non solo per atleti individuali ma anche nell’ambito dei giochi di squadra.

Leggi la testimonianza di due atleti formati da noi

Umberto Serra (classe 1998), verticalista e scialpinista, record al Vertical di Usseglio del 2016, pratica training autogeno da due anni e ci racconta la sua esperienza:

Ho iniziato con il training autogeno partecipando per curiosità ad un corso estivo indetto dalla mia squadra. Mi aspettavo di riuscire a gestire meglio lo stress pre-gara, che mi dava problemi di sonno soprattutto il giorno prima dell’evento, con un impatto non da poco sulla mia performance in gara rispetto all’allenamento. Con mia grande sorpresa i benefici del training si sono estesi ben oltre: non si tratta solo di come gestisco lo stress, ma anche e soprattutto di come vivo la mia competizione. Per me non è più questione di resistere, ma di riuscire a godersi il momento! Adesso non posso più farne a meno e lo utilizzo per rimanere focalizzato e motivato a continuare anche quando la fatica rischia di diventare l’unica voce che senti. 

Giordano Massimi (classe 1989), campione europeo di Pentathlon:

Ogni volta che dovevo affrontare una gara importante l’ansia si impadroniva di me, limitando le mie prestazioni. Per ovviare al problema mi hanno consigliato un metodo davvero efficace per ridurre l’ansia e incrementare le prestazioni: il training autogeno. Ho iniziato quasi per gioco e non ho più smesso. Credo che la pratica costante, in alcune occasioni, abbia fatto la differenza tra la vittoria e la sconfitta”.

I nostri corsi individuali e di gruppo:

I nostri corsi individuali e di gruppo consistono di 8 incontri da 1 ora ciascuno.

  • Se sei un’atleta e sei curioso, contattami per una prova gratuita.
    Il costo intero del corso individuale è di 320 euro per 8 incontri. Se sei iscritto ad un’associazione sportiva agonistica potrai usufruire di uno sconto di 30 euro.
    Il corso in gruppo (minimo 4 persone) ha un prezzo di 250 euro.
  • Se sei un allenatore o fai parte di una società sportiva, contattami per organizzare un incontro intensivo o un corso su misura per i tuoi atleti. Contattami per un preventivo su Genova o Torino.

Contattami per saperne di più

Contattami :
Email lc.calosso@gmail.com
Tel. +39 331.9906917

A Cura di:

Laura Calosso – Psicologa, Trainer di Mindfulness e Training Autogeno.

Maria Elena Marchionatti – Naturopata, Laureata in Psicologia, Trainer di Pilates e Training Autogeno.

 

Bibliografia

Blumenstein B, Bar-Eli M, Tenenbaum G.,The augmenting role of biofeedback: effects of autogenic, imagery and music training on physiological indices and athletic performance. J Sports Sci. 1995 Aug;13(4):343-54.

Mikicin M., Kowalczyk M., Audio-Visual and Autogenic Relaxation Alter Amplitude of Alpha EEG Band, Causing Improvements in Mental Work Performance, in Athletes. Appl Psychophysiol Biofeedback. 2015 Sep;40(3):219-27

Hashim HA, Hanafi Ahmad Yusof H., The effects of progressive muscle relaxation and autogenic relaxation on young soccer players’ mood states. Asian J Sports Med. 2011 Jun;2(2):99-105.

Groslambert A, Candau R, Grappe F, Dugué B, Rouillon JD., Effects of autogenic and imagery training on the shooting performance in biathlon. Res Q Exerc Sport. 2003 Sep;74(3):337-41

Solberg EE, Ingjer F, Holen A, Sundgot-Borgen J, Nilsson S, Holme I., Stress reactivity to and recovery from a standardised exercise bout: a study of 31 runners practising relaxation techniques. Br J Sports Med. 2000 Aug;34(4):268-72.

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Chi è lo psicologo?

15 Dicembre 2016 by Laura Calosso Leave a Comment

Chi è lo psicologo?

6 miti da sfatare sulla figura dello psicologo

In questo articolo chiariamo chi è lo psicologo e sfatiamo alcuni falsi miti che aleggiano attorno a questa figura professionale:

  1. “Rivolgersi ad uno psicologo è segno di debolezza e fragilità, ce la faccio da solo” ,
  2. “Non riuscirei mai ad aprirmi davanti ad un perfetto sconosciuto“,
  3. “Lo psicologo cura i matti” ,
  4. “Lo psicologo è uno psicoterapeuta” ,
  5. “Andare dallo psicologo è sempre un percorso lungo” ,
  6. “Chi mi assicura che potrà aiutarmi davvero? parlare non serve a nulla“

 

Questi pregiudizi, talvolta esistenti per mancanza di informazione sull’effettiva figura dello psicologo, costituiscono una forte resistenza all’affidarsi a questa particolare categoria di professionisti, formati rispetto ai processi psicologici ma anche alle relazioni e alle emozioni umane.

Vediamo di sfatarli uno ad uno :

*1 “Rivolgersi ad uno psicologo è segno di debolezza e fragilità, ce la faccio da solo”

Il primo stereotipo potrebbe essere sintetizzato dall’espressione “non ho bisogno di aiuto“. E’ una delle frasi più ripetute da chi crede che a chiedere supporto siano i deboli o coloro i quali abbiano scarsa fiducia nelle proprie capacità.

Riconoscere di essere portatori di un disagio, di una sofferenza, di essere intrappolati da troppo tempo in vecchi schemi mentali e comportamentali, è il primo passo verso il cambiamento. Rivolgersi ad un esperto della salute psicologica è il secondo passo, ricordando che è un atto di coraggio, non di debolezza, poiché spetta a noi intraprendere il percorso di crescita interiore, nessuno può farlo al posto nostro. In tal senso lo psicologo svolge il ruolo di “facilitatore”, “attivatore” di tutte quelle risorse interne che già possediamo, indispensabili per il nostro equilibrio psicofisico.

 

*2 “Non riuscirei mai ad aprirmi davanti ad un perfetto sconosciuto“

Il secondo pregiudizio riguarda la difficoltà ad aprirci nei confronti di chi non conosciamo. E’ comprensibile, inizialmente, avere delle resistenze, ma è bene ricordare che abbiamo di fronte un professionista di relazioni, che non è lì seduto di fronte a noi con l’intento di giudicarci o di parlare di noi ad altri. Lo psicologo ha l’obbligo della riservatezza.

Più ti porterai in modo autentico e più permetterai, fin da subito, l’instaurarsi di un ambiente caldo e accogliente, e di un rapporto basato sulla fiducia e sull’empatia. Spesso non ce ne accorgiamo, ma gran parte del processo si facilita con la nostra disponibilità a metterci in gioco.

Inoltre, potersi confidare con una persona estranea alla notra vita non ha ripercussioni dirette sulle nostre relazioni, al contrario è più facile ed utile esporsi davanti a chi non conosciamo, sia perché non ne temiamo il giudizio, sia perché può fornirci una visione della realtà più imparziale e distaccata rispetto ad un amico o ad un familiare. Non sempre portare il proprio disagio con chi si conosce può aiutarci a risolvere la situazione.

 

*3 “Lo psicologo cura i matti”

“Lo psicologo cura i matti”. Questo è lo stereotipo più difficile da estirpare. E’ un’idea diffusa che ha generato un’errata convinzione riguardo al ruolo dello psicologo: si crede che egli si occupi solamente della psicopatologia, senza considerare il fatto che i campi di intervento psicologico vanno dalla promozione della salute, alle formazioni aziendali, alla salute durante lo sviluppo, alla prevenzione.

La salute mentale ha lo stesso valore di quella fisica, dato che oggi è risaputo che il binomio mente-corpo è una realtà inscindibile.

Chi si rivolge ad un professionista della salute psicologica, quindi, non per forza soffre di un qualche disturbo o patologia, come chi pratica una attività fisica non necessariamente ha problemi di salute. Intraprendere questo tipo di percorso significa avere a cuore il proprio benessere psicofisico.

 

*4 “Lo psicologo è uno psicoterapeuta”

“Lo psicologo è lo psicoterapeuta”. Errore. chiariamoci le idee:

Il percorso di uno psicologo è dato dallo studio di 5 anni (ad oggi 3 anni di laurea triennale più 2 anni di laurea specialistica), ed il superamento di un esame di stato che lo abiliti a svolgere la professione. Il suo ruolo può variare in base alla specializzazione, anche se tutti gli psicologi sono autorizzati per legge a seguire ognuna delle seguenti attività: formazione e selezione del personale in azienda (psicologo del lavoro e delle organizzazioni), consulenze a privati e comunità, diagnosi e progetti sul territorio (psicologo clinico e di comunità), sportello scolastico o consulenze con minori (psicologo dello sviluppo), consulenze forensi o perizie psicologiche (psicologo forense e criminologico).

Lo psicologo psicoterapeuta, oltre ad essere laureato in psicologia ed aver ottenuto l’abilitazione alla professione, ha proseguito gli studi con un ulteriore percorso quadriennale presso una scuola di psicoterapia (di cui esistono diversi orientamenti). Egli, oltre a tutte le competenze dello psicologo è specializzato nella cura e nel trattamento del paziente ed ha effettuato a propria volta uno o più percorsi personali.

Esiste inoltre il medico psicoterapeuta, egli è un medico specializzato in psichiatria. In Italia gli psichiatri sono automaticamente abilitati alla professione di psicoterapeuta, nonostante spesso non siano formati presso nessuna scuola di psicoterapia.

Come avrai capito la formazione di uno psicoterapeuta può basarsi su teorie e metodi differenti, per questo è importante informarsi sul percorso del professionista, consultando più materiale possibile rispetto alle tematiche specifiche sul quale è specializzato e per comprendere quale orientamento sia più adatto a noi.

Come quando scegliamo un paio di scarpe da corsa ci informiamo su quale sia più adatta al nostro tipo di allenamento, per quanto riguarda lo psicologo è importante informarsi il più possibile per ricercare la persona più affine alla nostra personale esigenza.

 

*5 “Andare dallo psicologo è sempre un percorso lungo”

“Andare dallo psicologo è sempre un percorso lungo“. No! Se decidiamo di andare da uno psicologo ed ottenere una consulenza circoscritta ad una problematica della nostra vita che scegliamo di approfondire, potremmo anche scegliere una formula ad esempio di di 3 – 4 – 6 o 8 incontri e decidere se proseguire o meno, o di intraprendere con un’altra persona una psicoterapia a lungo termine. Inoltre esistono orientamenti di psicoterapia che sono specializzati in terapie brevi e strategiche.

Dipende tutto da cosa ci aspettiamo e dal risultato che vogliamo ottenere a lungo termine.

Se abbiamo paura di intraprendere tortuosi percorsi di terapia, possiamo sempre iniziare con una consulenza psicologica e darci il tempo di valutare con lo psicologo che cosa stiamo cercando e quale possa essere la soluzione più adatta a noi. Ricordiamoci che talvolta il solo confronto con un professionista può toglierci da scomode situazioni di stallo, a volte basta soltanto allungare la mano e fidarsi di chi ha studiato come tirarti fuori dalle sabbie mobili il prima possibile.

 

*6 “Chi mi assicura che potrà aiutarmi davvero? Parlare non serve a nulla”

Fermiamoci un secondo a riflettere:
siamo disposti a comprare un materasso nuovo quando il nostro è divenuto scomodo, ma facciamo fatica ad affidarci ad uno psicologo quando proviamo la stessa scomodità rispetto alle questioni della nostra vita.
Vediamo insieme perché:
il materasso è un prodotto, che in quanto tale possiamo osservare, toccare, provare e poi comprare. Una consulenza è invece un servizio, qualcosa che non possiamo scegliere a priori in base alle sue caratteristiche materiali. Eppure, sia un materasso su misura che uno psicologo adatto a noi possono aiutarci a vivere meglio.

Certo, talvolta è difficile scegliere a chi rivolgersi e questo può costituire la resistenza ad un potenziale percorso di crescita interiore. Ma una cosa è certa ormai, che più di ogni altra cosa ciò che rende efficace il sostegno di uno psicologo o il percorso con uno psicoterapeuta è la relazione umana che si instaura tra i due. Inoltre, diversi studi hanno confermato che circa il 60% delle malattie che sviluppiamo sia dovuta allo stress, nemico numero uno dell’uomo moderno.
E’ importante non sottovalutare sintomi psicologici quali umore instabile, ansia, conflitti nelle relazioni o difficoltà nel prendere decisioni. Inoltre è umano avere dei momenti “no”, ma quando questi costellano le nostre giornate e costituiscono un fattore che compromette il nostro equilibrio psicofisico per un tempo prolungato, allora si può considerare il sostegno di un professionista. Quando viviamo con il “pilota automatico” la vita può diventare stressante e si può ricadere inconsapevolmente negli stessi meccanismi ripetitivi e disadattivi.

La serenità è salute, e se siamo disposti ad affidarci ad uno psicologo e ad avere il coraggio di essere noi i primi promotori del nostro cambiamento allora potremmo migliorare la nostra qualità della vita.

 

Contattami  per qualsiasi dubbio o curiosità.

Filed Under: Psicologia e Benessere Tagged With: Ansia e Stress, benessere, Benessere olistico, chi è lo psicologo, colloquio psicologico, crescita personale, Disturbi d'Ansia, Disturbi Psicosomatici, il colloquio, miti da sfatare sulla figura dello psicologo, psichiatra o psicoterapeuta?, psicologia e benessere, psicologo o psicoterapeuta?, riparti da te, risorse e resilienza

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Dott.ssa Laura Calosso
Psicologa e Psicoterapeuta
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