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Dott.ssa Laura Calosso | Psicologia Creativa

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Disturbi Psicologici

Crisi e cambiamento

11 Dicembre 2019 by Laura Calosso Leave a Comment

Capita a tutti, almeno una volta nella vita, di fermarsi e rendersi conto di aver perso di vista lo scorrere del tempo tra le righe della quotidianità. Tic tac e ti risvegli oggi con la sensazione che qualcosa sia cambiato, mentre eri impegnato ad occuparti dei problemi di ogni giorno con il pilota automatico inserito. Di una cosa siamo certi: il cambiamento è inevitabile. Il problema sorge quando ti senti in una condizione in cui non ti ritrovi più, e questo spesso accade perché hai perso di vista e trascurato i tuoi reali bisogni e desideri.

Per questo è possibile sentirsi incastrati in abiti che non si riconoscono più come propri.

Chiediti di cos’hai veramente bisogno

Fermati un istante e chiediti cosa abbia davvero importanza per te, in questo momento della tua vita.

Stai facendo davvero quello che ti piace?
A cosa e a chi dedichi il tuo tempo?
Sei soddisfatto della tua quotidianità?

Le cose cambiano, e con esse, anche i nostri bisogni. Se in questo momento non riesci a individuare un bisogno specifico non preoccuparti, è del tutto normale: non siamo abituati a farlo in questo modo.

Sospendi il giudizio

Rispondendo a questa domanda prova a sospendere il giudizio. Siamo abituati a dare più valore alle riflessioni e ai pensieri intellettuali piuttosto che all’intuito, al sentire. Per questo ti invito a dare più fiducia alle tue emozioni, piuttosto che ragionando su ciò che potrebbe essere giusto o corretto da fare.
Tutto questo per spogliarci delle aspettative e dei bisogni degli altri su di noi, che spesso indossiamo senza rendercene conto.

Se stai bene con te stesso e con chi ti circonda, ma tuttavia senti il bisogno di migliorare un lato di te o della tua vita, che ti impedisce di vivere sereno, magari hai soltanto bisogno di chiarirti le idee e di abbassare il tuo livello di stress.
Se c’è qualcosa che ti impedisce di fare ciò di cui hai bisogno o di essere felice come vorresti, potresti non essere consapevole della tua condizione personale che ti fa sentire legato o imprigionato nella tua quotidianità.

Vivi il presente

Se le hai già provate tutte per reagire senza aver ottenuto i risultati sperati, ti chiederai – “Ritroverò la mia serenità? – “e se davvero decidessi di affidarmi a qualcuno, sarà in grado di aiutarmi?“.
Almeno una volta può capitare di cadere in momenti di confusione o solitudine, l’importante è rialzarsi con consapevolezza per riprendere la propria vita in mano.

Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso”
Confucio

Quindi se non lo hai ancora fatto, non rimproverarti, il secondo momento adatto per migliorare la tua vita è adesso.

Il cambiamento è inevitabile

Molte volte si è talmente concentrati su ciò che potrebbe accadere se si prendesse una decisione, da dimenticarsi cosa potrebbe succedere se non si facesse nulla per cambiare la propria condizione. Quanto potrebbe costarti non reagire? Forse sei già consapevole del fatto che qualcosa sia già cambiato nella tua vita senza il tuo intervento. Infatti, che tu decida di reagire o meno, le cose inevitabilmente cambieranno.

Cosa accadrà se non farai nulla?

Ti invito a prenderti un momento di riflessione per rispondere a queste domande:

  • Se non farai nulla per migliorare la tua condizione attuale, cosa potrà accadere nella tua vita?
  • Quanto ritieni possa influenzare i tuoi rapporti, nei confronti di chi ami (il tuo partner, la tua famiglia, gli amici) o delle persone con cui ti relazioni (conoscenti e colleghi)? Spesso tendiamo a dare per scontati questi rapporti, che rischiano di essere compromessi dal nostro atteggiamento o dai problemi che non risolviamo per paura di sbagliare o di perdere le persone che amiamo.
  • Questo incide sul tuo benessere psicofisico? Gli effetti dello stress cronico sono stati provati scientificamente.
  • Quanto incide sul tuo lavoro e sulla tua produttività, anche in termini economici?
  • Quante occasioni di realizzazione personale rischi di perdere se non interverrai?

Agisci ora

Se ritieni che perseverare nella tua condizione attuale possa avere elevati costi in termini di felicità, relazioni e soddisfazione lavorativa, ti invito a riflettere sulla possibilità di agire subito e provare una strada che non avevi mai contemplato prima d’ora:

Intraprendere un percorso personale ad alto impatto trasformativo.

Non lasciarti vincere dalla paura.

Troppe volte non viviamo i nostri sogni perché stiamo vivendo le nostre paure.
Les Brown

Spesso è difficile accettare di aver bisogno dell’aiuto di qualcuno per uscire dall’empasse in cui ci troviamo, ed è comprensibile che la paura di fare qualunque movimento finisca per immobilizzarci. Talvolta, quando arriva la consapevolezza di aver aspettato troppo tempo, sopraggiungono la rabbia e la tristezza. È più che normale vivere un conflitto tra il desiderio di fare qualcosa per migliorare la propria condizione e la paura di cambiare la propria condizione e rischiare di “sbagliare”. Viviamo in una società in cui è sempre più difficile chiedere aiuto. Spesso tendiamo ad isolarci pensando che nessuno davvero possa aiutarci, ma è solo uscendo dall’isolamento che possiamo davvero prendere in mano la nostra vita, migliorandola per noi stessi e per le persone che amiamo.

Se ti ritrovi in ciò che sto dicendo non giudicarti, metti da parte la ricerca dei “perché” o dei “colpevoli”, non ti servirà.

Prendi atto dell’importanza di reagire oggi, senza rimandare ancora una volta a domani.

Lascia che te lo dica in tutta onestà: l’unica persona che davvero può farti vivere la vita che desideri sei tu. Non potrai demandare o affidare questo compito a nessun’altro, neanche a uno psicologo. La tua felicità e il tuo benessere sono nelle tue mani. Dentro di te possiedi già tutte le risorse che ti servono per trasformare questo presente difficile in un futuro più sereno.

E allora ti chiederai “a cosa può servirmi andare da uno psicologo?”

Uno psicologo può aiutarti, con i suoi strumenti e competenze, a ritrovare la strada verso l’armonia e il benessere. Egli non mira a creare una persona diversa da quella che sei, piuttosto a permetterti di essere liberamente ciò che già sei, ma per qualche motivo non riesci a esprimere pienamente. Qualunque sia il tuo problema, ricorda comunque che il primo passo verso la trasformazione dovrà venire da dentro di te.

Sporcati le mani: la trasformazione è un’arte

La buona notizia è che il cambiamento può portare anche ad una vita più serena, dovrai soltanto non lasciarti trascinare dalla corrente ma sporcarti le mani e ritrovare il gusto della creatività, riscoprendo il tuo potenziale. Non lasciarti vincere dalla paura: qualsiasi sia la tua età, riparti da te.

Mettersi in discussione ed intraprendere un percorso di crescita personale è certamente una sfida, ma potrai assaporare il gusto dell’efficacia del tuo impegno e del nostro lavoro.

Perché credo nel cambiamento

Credo nel mio mestiere perché nutro profonda fiducia nel cambiamento. Se hai dei dubbi a riguardo, osserva semplicemente il mondo che ti circonda. Tutto cambia e si trasforma continuamente, nell’universo e dentro di noi. Ogni esperienza che viviamo viene memorizzata all’interno del nostro corpo, e ha degli effetti anche a livello neurofisiologico.

Quando si parla di cambiamento trovo importante sempre partire dal corpo. Gli studiosi hanno scoperto che le cellule del nostro corpo vengono sostituite nel tempo da altre, fino a subire un completo rinnovamento. Così il nostro corpo fisico si trasforma, e non è più lo stesso ogni 7 anni. Grazie alle numerose scoperte di Rita Levi Montalcini e altri studiosi, abbiamo avuto la certezza della continua influenza tra il sistema nervoso, endocrino e immunitario. Studi che, uniti alle  innovative scoperte in Psicosomatica e Psiconeuroendocrinoimmunologia (Pnei), sottolineano l’enorme importanza del lavoro psicologico nella cura del benessere delle persone.

I meccanismi d’intervento psicologico sono qualcosa di impalpabile, ma ne sono visibili gli effetti, esattamente come avviene per i campi magnetici. 

Tempo e trasformazione

Gli effetti di un intervento psicologico hanno tempi unici e diversi, che variano di persona in persona.

Ciascuno ha una propria storia, unica e irripetibile, per cui non avrebbe senso parlare di tempistiche standard. 

Inoltre, alcuni fattori incidono sul percorso necessario a ciascuno, per trovare la propria armonia e benessere psicofisico:

  • le risorse e il sostegno delle persone e dell’ambiente che ci circonda,
  • la gravità della problematica e della sofferenza che si sta vivendo,
  • il grado di consapevolezza delle proprie sensazioni, emozioni e pensieri,
  • le resistenze al cambiamento,
  • la motivazione al cambiamento,
  • il grado di sintonia che si instaura nella relazione con lo psicologo.

Da dove ripartire

Riparti da te, ascolta i tuoi bisogni e prendi coraggio per fare qualcosa dal valore trasformativo.

La mia proposta

Ciò che propongo è un percorso personalizzato. In base al quale potremmo scoprire insieme quale soluzione possa essere più adatta a te e ai tuoi bisogni attuali.

Mi piace pensare che ognuno di noi abbia dentro di sé un giardino da scoprire e coltivare, non per diventare una persona diversa da quella che è oggi, quanto per permettersi di crescere e fiorire con il proprio potenziale creativo, per essere persone più serene, libere e felici.”
Laura Calosso

Per approfondimenti e curiosità visita la mia pagina Psicologia Creativa.

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Attacchi di panico

10 Dicembre 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Attacchi di panico

Come riconosco un attacco di panico?

Gli attacchi di panico consistono nella comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, in cui si verificano quattro (o più) dei seguenti sintomi:

  • Palpitazioni o tachicardia
  • Sudorazione
  • Tremori
  • Sensazione di soffocamento
  • Sensazione di asfissia
  • Dolore o fastidio al petto
  • Nausea o disturbi addominali
  • Sensazioni di vertigine o di svenimento
  • Brividi o vampate di calore
  • Sensazioni di torpore o di formicolio
  • Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (sensazione di essere distaccati da se stessi)
  • Paura di perdere il controllo
  • Paura di morire

Hai  bisogno di aiuto per gestire gli attacchi di panico? Contattami

3 tipi di attacco di panico

Gli attacchi di panico si possono manifestare in diversi disturbi d’ansia. In base alle modalità di esordio della sintomatologia e alle cause scatenanti si possono distinguere 3 tipi di attacco di panico:

  1. attacchi di panico inaspettati: compaiono come un “fulmine a ciel sereno”, senza che la persona possa prevenirne l’insorgenza (il panico arriva anche durante attività quotidiane).
  2. attacchi di panico causati dalla situazione : i sintomi emergono in particolari condizioni ambientali o in presenza di un contesto specifico (ad esempio ogni volta che la persona parla in pubblico)
  3. attacchi di panico sensibili alla situazione: i sintomi compaiono frequentemente, ma non sempre, in certe situazioni (ad esempio la persona può essere colta da un attacco di panico mentre guida l’auto, ma non sempre)

“Posso fidarmi di me?”

Dopo il primo attacco di panico emerge la paura che l’episodio possa ripetersi.
Questa preoccupazione rende le persone molto sensibili alle proprie percezioni psicofisiche, si inizia a mettere in dubbio le proprie sensazioni e/o pensieri:
“starò respirando bene?”; “sto ragionando correttamente?”; “vedo i miei punti di riferimento?”; “è presente qualcuno di familiare?”; “riuscirò ad orientarmi per tornare a casa?”; “le mie gambe, il mio cuore, mi reggeranno?” (Francesetti G., 2005, p.62).

Attacco di panico
come perdita improvvisa di sicurezza

Chi ha vissuto l’esperienza del panico, sa cosa significa perdere il proprio senso di sicurezza.

Ciò che avviene è l’improvvisa perdita del “terreno (dall’inglese ground) sotto i propri piedi”, come descritto di seguito in prima persona da un paziente (Francesetti G., 2005, p.61):

Stavo andando a fare una commissione e all’improvviso mi sono accorto di essere lontano da casa mia, ho sentito mancarmi la terra sotto i piedi, la testa si è svuotata, non riuscivo più a respirare e ho avuto il terrore che stessi per morire.

A crollare sono le sensazioni fisiche più abituali e familiari , quelle “che costituiscono il ground di sicurezze scontate del sé” (Spagnuolo Lobb, 2001, p. 94).

Nell’ottica della Psicoterapia delle Gestalt durante l’attacco di panico “è lo sfondo che di colpo crolla: infatti l’intervento di sostegno immediato è proprio quello di riconnettere l’organismo al terreno: appoggiare i piedi per terra, sedersi, respirare a fondo, fornire aria fresca, fare spazio, dare tempo, ricondurre a luoghi o persone familiari” (Francesetti G., 2005, p.62).

La fatica di evitare

In genere, chi ha avuto esperienza di uno o più attacchi di panico tende a sviluppare la preoccupazione che l’attacco di panico possa verificarsi nuovamente.
Di conseguenza si sviluppa la tendenza ad evitare tutte una serie di situazioni che vengono considerate “a rischio”dalla persona, ad esempio si tende a evitare:

  • il luogo/la condizione dove, per la prima volta, si è presentato l’attacco di panico
  • luoghi affollati e/o isolati
  • di stare da soli
  • di svolgere attività fisica
  • luoghi dove risulta difficile svincolarsi o uscire e poter tornare in posti familiari

Questa insicurezza di fondo, spesso richiede faticosi accorgimenti per sentirsi al sicuro. I comportamenti protettivi più diffusi sono: portare con sé farmaci per l’ansia, muoversi solo in zone in cui sono presenti strutture mediche, allontanarsi da casa solo se accompagnati da persone di fiducia, tenere sempre sotto controllo le uscite di sicurezza.

Quando la vita della persona è condizionata dall’evitamento si parla di disturbo da attacchi di panico.

Ogni sintomo porta con sé un messaggio

La condizione di chi vive con il timore di questi incombenti attacchi, diventa sempre più complessa qualora non si intervenga con un sostegno psicologico (accompagnato per un periodo, se necessario, da un sostegno farmacologico).

Ogni sintomo porta con sé un messaggio, anche l’attacco di panico. È importante parlare con un professionista per superare questo momento, soprattutto se la condizione continua a perdurare o peggiorare, creando vere e proprie limitazioni nella tua vita.

Contattami per parlarmi della tua storia, ti aiuterò a ritrovare la direzione verso l’armonia e il benessere, anche con l’aiuto di tecniche di respirazione e di rilassamento come il Training Autogeno.

Bibliografia

American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.

Francesetti G., a cura di (2005). Attacchi di panico e postmodernità. La psicoterapia della Gestalt tra clinica e società. Milano: FrancoAngeli.
Francesetti G. (2014c). La psicoterapia della Gestalt con il disturbo di panico. In: Francesetti G., Gecele M. e Roubal J., a cura di, La psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto. Milano: FrancoAngeli.

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Filed Under: Disturbi Psicologici Tagged With: adattamento creativo, Ansia, attacchi di panico, consulenza psicologica, Disturbi d'Ansia, evitamento, fondamenti della gestalt, panico, sintomi attacco di panico, sostegno specifico psicologico, training autogeno

Stress lavoro-correlato

16 Ottobre 2018 by Laura Calosso Leave a Comment

Stress lavoro-correlato

“Non ce la faccio più.
mi sveglio al mattino e spesso mi capita di rigettare.
La sola idea di dover tornare sul posto di lavoro domattina mi fa già stare male”

Così esordiva Ilaria (così la chiameremo per rispetto alla sua privacy).

Ilaria lavora per una grande azienda, dove detiene un ruolo importante.
Ciò nonostante si sente totalmente sommersa dal lavoro, che suscita in lei sintomi psicofisici di stress ed emozioni contrastanti, lasciando poco spazio alla propria vita privata.

Ilaria ha sempre avuto passione per il proprio mestiere, ma l’aumento della mole di lavoro e il cambiamento degli equilibri interni all’azienda hanno fatto emergere in lei un meccanismo già presente sullo sfondo dei suoi vissuti: la paura del giudizio.

Nella medicina del lavoro lo stress lavoro-correlato può essere definito come la percezione di squilibrio avvertita dal lavoratore quando le richieste dell’ambiente lavorativo eccedono le capacità individuali per fronteggiare tali richieste, portando inevitabilmente nel medio e lungo termine ad un vasto spettro di sintomi o disturbi che vanno dal mal di testa, ai disturbi gastrointestinali e/o patologie del sistema nervoso (quali disturbi del sonno, sindrome da fatica cronica ecc…) fino a casi di burn-out o collasso nervoso.

Il timore di essere reputata incapace di gestire la complessa situazione lavorativa, di cui si sente molto responsabile, ha fatto crescere in Ilaria l’ansia da prestazione:

“rispondo alle email a tutte le ore del giorno e della notte (weekend incluso),
sono spesso nervosa e insofferente e nonostante l’impegno che ci metto sembra che il mio lavoro non sia mai abbastanza. Quando torno a casa dalla mia famiglia non sono più come prima e me ne dispiaccio.
mi sento sommersa”

La storia di Ilaria mostra come una situazione particolarmente stressante sul lavoro possa alterare gli equilibri emotivi, fisici e relazionali delle persone.

Esistono storie di vita molto diverse, che parlano tutte dello stesso fenomeno: lo stress correlato al lavoro. Alcune volte la situazione emerge da dinamiche di potere sul posto di lavoro che mettono a dura prova la resilienza delle persone, altre volte da momenti di vita particolarmente stressanti.

In queste e in altre condizioni è importante fermarsi un momento
per fare un passo indietro e osservare la situazione dall’esterno.

Sì, ok, la situazione non sarà delle migliori e molte volte non passiamo fare nulla per cambiare la realtà del nostro posto di lavoro.

Ciò che possiamo fare, è cambiare la nostra prospettiva ed essere più consapevoli.

Potrà sembrarti banale, ma cambiando prospettiva potrai accorgerti di molte cose che nella quotidianità “dai per scontate” e sulla quale puoi ancora agire. Molte volte arriviamo ad accumulare una gran dose di stress e rabbia, senza accorgerci come ci siamo arrivati.

Come uscirne? imparando a essere più consapevoli. Facile a dirsi…

…dirai: “beh, la fai semplice così”

Sì, hai ragione: le situazioni che viviamo sono spesso complicate e non è sempre possibile risolvere tutto con la consapevolezza, ma possiamo utilizzarla per farlo.

Di cosa sto parlando?

Di un concetto teoricamente facile, ma più complesso nella pratica.
Per esempio, ti chiedo, mentre stai leggendo queste righe…

sei comodo in questo momento?

Molti di noi passano l’intera giornata seduti sul posto di lavoro con i muscoli tesi e contratti, tanto che la sera ne risentono fisicamente.

Se ti sei appena accorto di non esserlo…

…prenditi un minuto per cambiare posizione, fare un respiro profondo per tornare nuovamente a leggere.

Come stai adesso?

Esercitare consapevolezza significa questo: ascoltarsi, osservare le proprie percezioni sensoriali, emozioni e pensieri senza esserne silenziosamente travolti.

Questo vuole essere solo un piccolo spunto di riflessione rispetto alla mole di strategie che possiamo apprendere con la pratica.

A cosa serve l’osservazione?

Per smettere di cadere nel “tranello mentale” di identificarci con un solo aspetto di noi o con un nostro pensiero, ad esempio:

“non riesco a fare questa cosa”
diventa troppo spesso
“sono un’incapace”

La verità è che, spesso, siamo noi i primi a giudicarci e a pretendere troppo da noi stessi. Potrai convenire con me che le situazioni sono complesse ma noi non ci accorgiamo di renderle ancora più complicate…

…ma se porterai questa attenzione nella tua vita, potrai davvero trarne un beneficio.
Qualsiasi sia la tua situazione in questo momento, da un punto di vista lavorativo o personale, migliorando la tua capacità di ascoltarti, potrai migliorare il tuo stato di benessere, a partire da te.

La storia di Ilaria può essere anche la tua storia

Ilaria ha saputo cogliere questo momento di crisi come occasione di crescita, intraprendendo un percorso di consapevolezza:

Da quando ho iniziato a praticare esercizi di respirazione e di Mindfulness, che posso tranquillamente esercitare anche nei momenti più faticosi mentre lavoro, la mia vita è cambiata. Ho ripreso a lavorare con più serenità e motivazione, sono meno irritabile con colleghi e familiari; lo stress non è più una valanga che mi travolge, ma è qualcosa che riesco a gestire con un altro spirito.

La storia di Ilaria dimostra come cambiare il nostro approccio alle situazioni possa davvero modificare la qualità della nostra esperienza in merito.

Una pratica di consapevolezza

Per questa ragione, alcune delle più grandi aziende al mondo hanno iniziato a investire sul benessere dei propri dipendenti, facendo loro seguire corsi di Mindfulness e notando un reale miglioramento nella prestazione lavorativa delle persone.

La Mindfulness, oltre a essere un metodo efficace (provato ormai da più di 5000 ricerche scientifiche), può diventare un vero e proprio stile di vita.

Vivere con consapevolezza può permetterti di affrontare le sfide che la vita ti riserva e renderti davvero capace di gestire stress, ansia e tensioni sul lavoro e nella vita.

Così è stato anche per me. Anche per questo ho deciso di formarmi per condividerlo con gli altri.

Se ti senti sommerso dal tuo lavoro, contattami. Insieme troveremo il modo di trasformare questo malessere in una reale occasione di crescita.

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Depressione

2 Dicembre 2017 by Laura Calosso Leave a Comment

Depressione

La depressione è un disturbo dell’umore che ha un impatto significativo sulla vita delle persone che la vivono, spesso fino a impedirgli di svolgere le normali attività quotidiane.

Chi soffre di depressione è accomunato da umore triste e/o irritabile accompagnato da modificazioni comportamentali, somatiche e cognitive che incidono sulla loro vita e quella dei propri cari.

La depressione è intimamente legata alle vicende della propria storia personale. Molte persone che ne soffrono raccontano di avere una vita soddisfacente, di aver vissuto un’infanzia felice e non sanno spiegarsi la ragione della propria sofferenza. Questo perché spesso le cause hanno radici molto profonde e antiche, per questo non consapevoli.

Molte storie di depressione sono anche storie di rinascita.

Chiedere aiuto è sicuramente il primo passo per uscire dalla solitudine. Attraversando questo dolore senza nome, la persona si permette di elaborare la sua ferita profonda e così, di rinascere. Soltanto così potrà permettersi di contattare le proprie potenzialità, facendo riemergere la propria vitalità.

Se stai cercando un sostegno, per te o per una persona cara, contattami per un primo appuntamento

Sofferenza depressiva e lutto

È importante non confondere un periodo di grande sofferenza vissuto in seguito a un lutto (o a una separazione importante), con un disturbo depressivo. Tuttavia un grande cambiamento di vita come un trasferimento, la morte di una persona cara, la nascita di un figlio, la menopausa ecc.. possono essere fattori di rischio per l’insorgenza di un disturbo depressivo.

I principali disturbi depressivi sono:

Disturbo depressivo maggiore

La depressione maggiore è caratterizzata dai seguenti sintomi in un periodo di almeno due settimane:

  1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni. L’umore può essere irritabile in bambini e adolescenti
  2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte (o quasi tutte) le attività per la maggior parte del giorno (quasi tutti i giorni)
  3. Significativa perdita o aumento di peso (non dovuta a dieta) o aumento/perdita di appetito
  4. Insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni
  5. Agitazione o rallentamento psicomotori quasi tutti i giorni
  6. Faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni
  7. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi (o inappropriati)
  8. Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi
  9. Pensieri ricorrenti di morte o ideazione suicidaria

Disturbo depressivo persistente (distimia)

Se la persona vive un periodo di depressione persistente per almeno due anni si parla di distimia.
I principali sintomi sono:

  • Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, per almeno 2 anni.
  • Due (o più) dei seguenti sintomi descritti di seguito
  1. Scarso appetito o iperfagia
  2. Insonnia o ipersonnia
  3. Scarsa energia o astenia
  4. Bassa autostima
  5. Difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni
  6. Sentimenti di disperazione

Disturbo disforico premestruale

Le caratteristiche essenziali del disturbo disforico premestruale sono l’espressione di una marcata labilità d’umore, irritabilità, disforia e sintomi d’ansia che si verificano ripetutamente durante la fase premestruale del ciclo e scompaiono con l’arrivo delle mestruazioni o poco dopo. I principali sintomi sono:

  1. Marcata labilità affettiva.
  2. Marcata irritabilità o rabbia.
  3. Umore marcatamente depresso.
  4. Ansia marcata.

    in aggiunta è presente uno (o più) dei seguenti sintomi:

  5. Diminuito interesse nelle attività abituali
  6. Difficoltà soggettiva di concentrazione.
  7. Letargia, facile faticabilità.
  8. Marcata modificazione dell’appetito, o desiderio di cibi specifici.
  9. Ipersonnia o insonnia.
  10. Senso di sopraffazione o di essere fuori controllo.
  11. Sintomi fisici come indolenzimento o tensione del seno, dolore articolare o muscolare, sensazione di gonfiore o aumento di peso.

Senti la necessità di parlarne? Contattami per prendere appuntamento

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Trauma e disturbo post-traumatico

2 Dicembre 2017 by Laura Calosso Leave a Comment

Trauma e disturbo post-traumatico

Il termine Trauma deriva dal greco ferita e indica l’esperienza (o la testimonianza) diretta di un evento che ha causato (o ha rischiato di comportare) gravi lesioni, violenza sessuale, morte o altre minacce all’integrità fisica e psicologica della persona o di un suo caro.

L’ombra dello tsunami

I vissuti legati al trauma sono stati metaforicamente definiti come l’ombra di uno tsunami (Bromberg, 2012). La persona vive con la sensazione che debba accadere ancora qualcosa, senza poterne comprendere il motivo razionale. Così, gli effetti del trauma s’insinuano nella vita della persona come un’ombra, spesso sottoforma di sintomi dissociativi (derealizzazione o depersonalizzazione), ansiosi o di altra natura.

La sofferenza psicologica che segue l’esposizione a un evento traumatico e/o stressante è molto variabile sia in soggetti adulti, che in bambini. Spesso, se il trauma è stato vissuto in età infantile, i sintomi possono continuare a influenzare l’adulto nella propria vita. Il trauma può generare le basi per lo sviluppo di altre manifestazioni: quali disturbi d’ansia, psicosomatici o depressivi.

Chi ha subito nella propria vita uno o più traumi ripetuti nel tempo
può sviluppare una sintomatologia significativa anche a distanza di anni dall’accaduto.

Trauma e integrazione

Attraverso un processo d’integrazione tra piano emotivo e razionale, a livello esperienziale, la persona può essere sostenuta e accompagnata da un professionista a vivere il vissuto del ritiro dello tsunami. Una volta venuto meno il senso di pericolo, l’individuo può fare esperienza di un nuovo senso di sicurezza e serenità, a partire dalle proprie risorse.

Il metodo E.M.D.R. per rielaborare memorie traumatiche

Recenti studi scientifici in materia di Neurofisiologia Clinica hanno mostrato l’efficacia della tecnica EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) per rielaborare le memorie traumatiche (anche a distanza di anni). Immagina la memoria traumatica come un nodo cristallizzato,attraverso questa particolare tecnica (in modo del tutto naturale) possiamo andare a scioglierli agendo in modo diretto sui sintomi. 

Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico hanno una desensibilizzazione, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento. L’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi dal punto di vista terapeutico e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità.

Se stai cercando un sostegno, per te o per una persona cara, contattami per un primo appuntamento

Vi sono diversi quadri sintomatologici relativi ai disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti, di cui i principali, elencati dal Manuale Diagnostico DSM5 sono: 

Disturbo da stress post-traumatico

I sintomi sotto elencati sono da considerarsi per persone sopra i 6 anni di età, che hanno vissuto l’esposizione di minaccia o realtà di morte, grave lesione, o violenza sessuale in uno dei seguenti modi:

  • Facendo esperienza diretta dell’evento/i traumatico/i
  • Assistendo direttamente a un evento accaduto ad altri
  • Venendo a conoscenza di un evento (violento o accidentale) accaduto a un membro della famiglia o a un amico stretto
  • Facendo esperienza di una ripetuta o estrema esposizione a dettagli crudi dell’evento (non tramite media elettronici, tv, film o immagini)

La persona presenta, in seguito all’esperienza stressante o traumatica, uno (o più) dei seguenti sintomi intrusivi associati all’evento:

  1. Ricorrenti, involontari e intrusivi ricordi o sogni spiacevoli
  2. Reazioni dissociative (per es., flashback) in cui il soggetto sente o agisce come se l’evento sistesse ripresentando in quel momento
  3. Intensa o prolungata sofferenza psicologica (e/o reazioni fisiologiche) all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simboleggiano o somigliano a qualche aspetto dell’evento

Inoltre, chi vive un evento traumatico può presentare alterazioni negative di pensieri e/o emozioni associati all’evento/i traumatico/i, iniziate o peggiorate in seguito all’accaduto come evidenziato dai seguenti criteri:

  1. Incapacità di ricordare qualche aspetto importante dell’evento traumatico
  2. Persistenti ed esagerate convinzioni o aspettative negative relative a se stessi, ad altri, o al mondo
  3. Persistenti, distorti pensieri relativi alla causa o alle conseguenze dell’evento che portano a dare la colpa a se stesso o agli altri
  4. Persistente stato emotivo negativo
  5. Riduzione di interesse o partecipazione ad attività significative
  6. Sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri
  7. Incapacità di provare emozioni positive

Le persone possono anche accorgersi di avere, in seguito all’evento:

  1. Comportamento irritabile ed esplosioni di rabbia
  2. Comportamento spericolato o autodistruttivo
  3. Stati di ipervigilanza
  4. Esagerate risposte di allarme
  5. Problemi di concentrazione
  6. Difficoltà relative al sonno

In alcuni casi possono verificarsi sintomi dissociativi:

  1. Depersonalizzazione: Persistenti o ricorrenti esperienze di sentirsi distaccato e come se sifosse un osservatore esterno dei propri processi mentali o del proprio corpo
  2. Derealizzazione: Persistenti o ricorrenti esperienze di irrealtà dell’ambiente circostante

Disturbo da stress acuto

I sintomi sotto elencati sono da considerarsi per la persona esposta a morte reale o minaccia di morte, grave lesione oppure violenza sessuale in uno o più dei seguenti modi:

  • Facendo esperienza diretta dell’evento/i traumatico/i
  • Assistendo direttamente a un evento accaduto ad altri
  • Venendo a conoscenza di un evento accaduto a un membro della famiglia o a un amico stretto
  • Facendo esperienza di una ripetuta o estrema esposizione a dettagli avversivi dell’evento (non attraverso media elettronici, tv, film, o immagini, a meno che l’esposizione non sia legata al lavoro svolto)

Si parla di disturbo da stress acuto in presenza di nove (o più) dei seguenti sintomi (La cui durata dell’alterazione va da 3 giorni a 1 mese dall’esposizione al trauma).

  1. Ricorrenti, involontari e intrusivi ricordi spiacevoli dell’evento
  2. Ricorrenti sogni spiacevoli
  3. Reazioni dissociative (per es. flashback) in cui il soggetto sente o agisce come se l’evento si stesse ripresentando
  4. Intensa o prolungata sofferenza psicologica o marcate reazioni fisiologiche in risposta a fattori scatenanti interni o esterni che simboleggiano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento
  5. Persistente incapacità di provare emozioni positive
  6. Sintomi dissociativi
  7. Alterato senso di realtà del proprio ambiente o di se stessi
  8. Incapacità di ricordare qualche aspetto importante dell’evento
  9. Sintomi di evitamento (di ricordi spiacevoli o di fattori esterni)
  10. Difficoltà relative al sonno.
  11. Comportamento irritabile ed esplosioni di rabbia
  12. Ipervigilanza
  13. Problemi di concentrazione
  14. Esagerate risposte di allarme

Bibliografia

American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.

Bromberg, Philip M., L’ombra dello tsunami. La crescita della mente relazionale. Raffaello Cortina Editore, 2012.

Francesetti G., Gecele M. e Roubal J., a cura di, La psicoterapia della Gestalt nella pratica clinica. Dalla psicopatologia all’estetica del contatto. Milano: FrancoAngeli.

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Filed Under: Disturbi Psicologici Tagged With: abuso psicologico, abuso sessuale, attaccamenti traumatici, catastrofi naturali, depersonalizzazione, derealizzazione, dissociazione, disturbi post-traumatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbo da tress post-traumatico, ombra dello tsunami, Stress, trauma, traumi, violenza psicologica, violenza sessuale

Disturbi del sonno

2 Dicembre 2017 by Laura Calosso Leave a Comment

Disturbi del sonno

Il mantenimento di un buon equilibrio del ciclo sonno-veglia è fondamentale per il nostro benessere psicofisico.

La persistenza nel tempo di un disturbo del sonno, sia esso di origine fisica (per malattie o dolori) o psicologica (per ansia, stress o depressione) può portare a gravi conseguenze su tutto l’organismo.

Quando si parla di disturbi del sonno si fa riferimento a una vasta categoria di quadri sintomatologici.

I principali disturbi del sonno sono:

  • Insonnia
  • Ipersonnia (o ipersonnolenza)
  • Narcolessia
  • Disturbi correlati alla respirazione (come le apnee notturne)
  • Parasonnie (quali il disturbo da incubi o la sindrome delle gambe senza riposo)

Di questi, il disturbo più frequente è sicuramente l’Insonnia:

L’insonnia è sicuramente il disturbo del sonno più comune, che si manifesta principalmente con la difficoltà di addormentarsi nonostante se ne senta il bisogno.

Si parla d’insonnia quando si presentano uno o più dei seguenti sintomi:

  • difficoltà ad addormentarsi
  • frequenti risvegli notturni
  • risveglio precoce al mattino
  • percezione di avere un sonno non riposante

Tali sintomi sono spesso accompagnati da spossatezza, difficoltà di concentrazione e memoria, umore depresso o ansioso e sonnolenza persistente durante il giorno.

Come superare questa situazione?

Affidarsi all’aiuto di un professionista, ricercando una consulenza psicologica, può sicuramente aiutarti a comprendere la natura della sintomatologia, per andare ad agire sulle cause del disturbo.

È possibile, inoltre, apprendere uno strumento come il Training Autogeno, che va ad agire dall’interno come sostegno benefico ai sistemi nervoso, endocrino e immunitario.

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Filed Under: Disturbi Psicologici Tagged With: consulenza psicologica, Corso di Training Autogeno, disrturbi correlati alla respirazione, disturbi del sonno, disturbo da incubi, insonnia, ipersonnia, narcolessia, parasonnie, ritmo circadiano, sonnolenza, training autogeno

Disturbi psicosomatici

2 Dicembre 2017 by Laura Calosso Leave a Comment

Somatizzazione, tra stress e quotidianità

Ora ti invito a dedicare un momento per rispondere alle seguenti domande:

Psicosomatica e Pnei lo dimostrano : una maggiore consapevolezza emotiva e corporea, aiuta a superare problemi di somatizzazione dovuti ad ansia e stress. 1. Consideri frenetica la tua quotidianità?
2. Riesci a ritagliare un momento quotidiano per te?
3. Vorresti che le giornate avessere più ore per fare tutto con più calma?
4. Hai perso la motivazione o l’interesse nelle tue attività quotidiane?
5. Ti sembra di risentirne sia a livello fisico che psicologico?
6. Ti hanno mai diagnosticato un disturbo psicosomatico o non hanno individuato la causa di un tuo malessere fisico?

 

Se hai risposto Sì ad almeno una di queste domande sei nel posto giusto e ti consiglio di continuare a leggere questo articolo.

 

I disturbi psicosomatici

Lo sapevi che ad oggi è stato dimostrato che la reazione prolungata allo stress è una delle cause principali per l’insorgere di malattie?

Si tratta di disturbi provocati dall’attivazione del sistema di allarme del nostro organismo.

Sono difficili da individuare ma non meno reali di tutti gli altri disturbi, e sono strettamente legati al nostro atteggiamento e stile di vita.

Spesso chi soffre di problemi psicosomatici presenta sintomi fisici a cui la medicina non sa attribuire una causa biologica. Sono diffusi i casi di chi presenta continui problemi gastrointestinali, eruzioni cutanee, asma e altro.

La mente incarnata

È stato dimostrato scientificamente che i fattori psicologici e ambientali hanno un ruolo fondamentale nell’insorgenza delle malattie fisiche. Esse sono, infatti, il risultato di un complesso insieme di fattori biologici e psicologici in continua relazione tra loro e con una realtà ambientale e sociale in grado di modificarne gli equilibri.

Somatizzazione ed emozioni

Oggi è stato dimostrato ciò che G.C. Jung affermava agli inizi del Novecento :

“un cattivo funzionamento della psiche può fare molto per danneggiare il corpo e allo stesso modo una malattia somatica può danneggiare la psiche”.

Gli studi di Psicosomatica e Pnei (Psiconeuroendocrinoimmunologia) affermano che la tendenza a somatizzare sia più diffusa in coloro che hanno difficoltà a esprimere le proprie emozioni (Bagnoli A., 2014).

Proprio per dare voce alla sofferenza della persona è importante che un intervento psicologico integri i piani corporeo, emotivo e mentale, così da sfruttare la complessa influenza tra ciò chiamiamo mente e corpo.

Cosa fare?

Una maggiore consapevolezza emotiva e corporea, aiuta a superare problemi di somatizzazione. Ogni sintomo porta con sè un messaggio. Con l’aiuto di un professionista potrai trovare sostegno nel tuo percorso, utilizzando anche tecniche di respirazione, di rilassamento (come il Training Autogeno) o esercizi di di consapevolezza corporea ed emotiva (ad es. di Mindfulness).

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Filed Under: Disturbi Psicologici Tagged With: asma, consapevolezza corporea, consapevolezza emotiva, disturbi digestivi, Disturbi Psicosomatici, disturbi somatici, eruzioni cutanee, mente e corpo, Mindfulness, sostegno psicologico, training autogeno

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Dott.ssa Laura Calosso
Psicologa e Psicoterapeuta
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